Simboli del servizio

AGESCI. L’incontro con Papa Francesco sabato scorso
Il vescovo mons. Paolo Giulietti davanti a papa Francesco
Il vescovo mons. Paolo Giulietti davanti a papa Francesco

Sabato 13 piazza San Pietro a Roma si è colorata di azzurro, gremita da circa 100 mila scout da tutta Italia per l’udienza generale del Papa con i giovani dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani): erano presenti lupetti e coccinelle, esploratori e guide, rover e scolte, e capi di tutta la Penisola.

Gli scout provenienti erano così tanti che il colonnato del Bernini non riusciva a contenerli. C’erano gruppi che venivano da lontano, arrivati il giorno prima per poter ascoltare da vicino le parole del Papa. Ragazzi che da San Rossore, luogo della Route nazionale della scorsa estate, sono arrivati in bicicletta.

L’organizzazione ha lasciato un po’ a desiderare, e i ragazzi che non sono entrati in piazza San Pietro hanno dovuto seguire l’evento da via della Conciliazione davanti a un maxischermo.

Nell’attesa del Papa, tutta la piazza ha recitato una preghiera scritta per l’occasione, che termina con questa frase-emblema di ogni scout: “Vogliamo dire con Te: noi ci siamo! Non come quelli che si fanno servire, ma come quelli che sono pronti a servire”.

Il Papa nel suo breve discorso ha esortato i giovani a essere parte di una Chiesa unita, a svolgere un ruolo di educatori veri e sinceri, portatori della parola di Cristo nelle piccole cose, costruttori di unione e non di divisione: “Dovete costruire ponti, in questo mondo che non fa altro che costruire muri”.

Gli scout dell’Umbria hanno avuto, dopo l’udienza, l’opportunità di vivere un momento importante e significativo nella chiesa di San Gregorio VII, con l’assistente ecclesiastico regionale mons. Paolo Giulietti il quale aveva precedentemente incontrato il Papa con tutti i vescovi presenti all’udienza. Durante l’incontro riservato agli umbri, i ragazzi hanno riflettuto sull’importanza di essere pellegrini alla sequela di Dio e sui tre simboli del pellegrino: la conchiglia, la bisaccia e il bastone.

Ogni oggetto veniva affiancato a una “branca”: la conchiglia a lupetti e coccinelle (8-11 anni), simbolo dell’accoglienza; la bisaccia per gli esploratori e le guide (12-15 anni), capace di contenere l’essenziale: il pane da condividere, e il bastone per i rover e le scolte (16-19 anni), strumento per segnare il cammino ed essere, al contempo, sempre in cammino.

 

AUTORE: Maria Teresa Cappannini