Sinodo diocesano: il bilancio di un’esperienza

A sessioni plenarie concluse, discussi e approvati i risultati dei gruppi di lavoro nell'incontro presso la Domus Pacis di Assisi
Un momento dell'incontro
Un momento dell’incontro

Chiuse ufficialmente le sessioni plenarie del Sinodo diocesano, lunedì 4 maggio scorso, presso la Domus pacis di Assisi, con la discussione delle proposizioni delle commissioni G e H su “Storia, strutture e cultura al servizio dell’evangelizzazione” ed “Economia e strutture materiali a servizio dell’evangelizzazione”, tutte approvate all’unanimità. Un incontro che, a differenza dei sette precedenti, oltre che sulla discussione e approvazione dei risultati dei due gruppi di lavoro, ha inteso fare un bilancio dell’esperienza fino a questo momento svolta. “È stata un’esperienza entusiasmante” ha osservato il vescovo diocesano, mons. Domenico Sorrentino, nel suo intervento “poiché abbiamo davvero lavorato insieme con grande coinvolgimento dibattendo anche in maniera appassionata e individuando degli orientamenti che ora aspettano di essere approfonditi e assimilati e che porteranno alla redazione dei decreti sinodali”.

La conseguenza principale è che “da questo sinodo esce l’immagine di una comunità diocesana fortemente motivata nel desiderio di essere sempre più gioiosa e missionaria”. Una comunità che, però, deve essere cosciente che, nonostante la speranza della fede, “siamo nel tempo delle lacrime, del lutto e della morte” e in un contesto culturale che, purtroppo, vede noi cristiani tornare ai primi tempi, quelli delle persecuzioni e del martirio, l’etica cristiana messa duramente alla prova a causa della secolarizzazione e della messa in discussione dei fondamenti stessi della società, ma anche il mondo dividersi, in maniera paradossale, fra una ristretta cerchia di ricchi e indifferenti e una enorme, sconfinata, “periferia di miserabili”. Di fronte a ciò, è necessario essere uniti, solidali e fiduciosi “discepoli di Cristo”, per poter portare il messaggio di speranza ovunque “incombe il grido del male e del dolore”.

E il richiamo all’unità, anche dei cristiani, è stato ecumenicamente raccolto dall’intervento, a conclusione dell’incontro, della pastora anglicana sister Beverly, attualmente cappellana della chiesa di San Leonardo, donata dalla nostra diocesi alla chiesa anglicana d’Inghilterra. Sister Beverly, che è la prima donna a rivestire questo ruolo ad Assisi, ha colto l’occasione per ribadire la necessità dell’amicizia e del dialogo fra le varie confessioni cristiane, allo scopo di superare “quanto ancora causa divisione” e tornare all’essenza stessa dell’essere “cristiani”, vale a dire “discepoli di Cristo”.

AUTORE: Pierluigi Gioia