Spiritualità e società

Pian di Chiavano. Una giornata con l’Arcivescovo in visita

La parrocchia dei SS. Pietro e Paolo nel Pian di Chiavano in Cascia ha celebrato domenica 16 gennaio la festa di sant’Antonio abate. Giorno memorabile: c’era l’arcivescovo mons. Renato Boccardo e tanta gente dei vari paesi (dieci per la cronaca) che per la prima volta si ritrovavano a celebrare insieme. La gente ha molto gradito la presenza dell’Arcivescovo cogliendovi, come ha ricordato il nuovo parroco don Artemio, un segno di attenzione e vicinanza verso una comunità piccola, ma ancora attaccata alla terra e alla religione. Con un sole che illuminava tutto l’altipiano, dalla chiesa di S. Stefano in Buda al canto delle litanie dei santi, si è snodata la processione con la statua di sant’Antonio, fino al luogo della celebrazione della messa: la chiesa di San Martino in Trognano. Processione come icona che rende visibile, e ricorda, l’altro e importante nostro cammino verso Dio. Arrivati vicino all’abitato di Trognano, come per le rogazioni, è stata fatta la benedizione della campagna; la gente li chiama da sempre “scongiuri” che però non c’entrano niente con la magia e la superstizione, ma vogliono essere lode e preghiera a Dio, come è detto nel Canone romano della messa: “In Cristo tuo Figlio e nostro Signore, Tu crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mono ogni bene”. Il Vescovo ha presieduto l’eucarestia ringraziando le varie comunanze per essersi presi cura della manutenzione delle chiese del territorio della parrocchia, e a tutti ha rivolto l’invito a guardare in avanti, senza arroccamenti, per un cammino di Chiesa che, oltre a tenere presenti i nuovi confini geografici, sia fatto sempre di più insieme, guardando oltre l’ombra del proprio campanile. Erano presenti il sindaco di Cascia Gino Emili, il vice Mario de Carolis, l’on. Giampiero Bocci, il maresciallo dei carabinieri di Cascia e quello della Forestale. La gente contenta! Erano anni e anni che un vescovo non saliva fin sull’Altipiano e, poi, tutta quella gente che rincuorava il cuore riportando indietro l’orologio del tempo, quando questi paesi erano molto più popolati. “Grazie – ha detto il sindaco Emili – al nuovo parroco don Artemio, insediato a ottobre, che ha lavorato e voluto questa giornata con l’augurio che possano essercene altre”. Distribuiti i “roccetti”, il sale benedetto e un apprezzato calendario con l’immagine di sant’Antonio, la festa è continuata con il pranzo insieme nel Centro sociale di Chiavano.

AUTORE: La parrocchia