Sviluppo in salita per la regione

Presentato il 'Rapporto economico - sociale dell'Umbria 2004'. Nell'analisi economica anche il peso dell'intervento pubblico nella Regione 'tale da condizionare in maniera decisiva il proc

La presentazione del Rapporto economico e sociale dell’Umbria annualmente redatto dall’Agenzia Umbria ricerche, offre punti di riflessione sulle linee di tendenza della regione. La ricerca dell’Aur presenta in un volume di 320 pagine dati e analisi che possano essere base di confronto per le politiche economiche e sociali locali, sempre che, e se ne è discusso in una tavola rotonda il 9 scorso dopo la presentazione del volume, la ricerca sia realmente strumento di conoscenza per le politiche di sviluppo della regione.Il Rapporto Aur 2004 è stato illustrato da Stefano Patriarca, direttore dell’Agenzia, che ha focalizzato alcuni punti delle questioni economiche regionali. Ha parlato del condizionamento del contesto nazionale ed europeo e, all’interno di questo, del venir meno di un percorso di crescita dell’economia umbra superiore a quello dell’economia nazionale, elemento che aveva caratterizzato il periodo ’95 – 2000. In questo contesto, ha detto Patriarca, ‘si attenuano gli effetti dei fattori che avevano fatto godere all’economia umbra una sorta di ‘effetto positivo’ dell’unificazione monetaria europea’. Nel complessivo calo dei tassi di crescita l’Umbria sostanzialmente si adegua anche se ‘nel 2004 la crescita nella regione dovrebbe collocarsi a livelli più sostenuti di quella della media del paese’. La ricerca si occupa anche del rapporto tra intervento pubblico e mercato, mettendo in evidenza come ‘il rilievo dell’intervento pubblico nella Regione si in termini quantitativi che qualitativi è tale da condizionare in maniera decisiva il processo di valorizzazione’, e l’ampiezza del processo di investimenti pubblici, specie nell’edilizia, ‘ha determinato uno sbilanciamento nel rapporto reddito / patrimonio a favore del secondo’ ed il venir meno di tale processo ‘potrebbe produrre rilevanti effetti negativi’. Nel rapporto si affronta anche il problema del permanere e in alcuni casi il rafforzarsi di un sistema di ‘rendite’ che pesano sullo sviluppo e della loro incidenza sul terziario, il sistema del credito, l’efficienza del settore pubblico, le difficoltà dello sviluppo locale tra localismo e dimensionamento adeguato. Lo sviluppo non pare essere a portata di mano anche perchè ‘viene meno l’effetto ‘positivo’ prodottosi nella seconda parte degli anni ’90 per la peculiarità del sistema produttivo umbro e per la caratteristica della spesa pubblica’. Un’ultima nota Patriarca l’ha dedicata al rapporto welfare / sviluppo nel quale la struttura demografica e sociale fanno sì che il peso del sistema del welfare nella regione sia assolutamente più alto che altrove (trasferimenti pensionistici e welfare locale) comportando la necessità di aumentare la capacità di pensare in termini di sviluppo e non solo di redistribuzione, ‘affrontando i problemi della qualità, delle opportunità e delle modalità di erogazione del welfare’.

AUTORE: Maria Rita Valli