Tanto rumor per nulla?

DON ANGELO fanucciCinquanta anni fa, 19 aprile 1963, il Concilio era fermo. Sembrava fermo. La prima della sue quattro sessioni si era svolta tra la 31a e la 36a Congregazione generale (1-7 dicembre 1962). Poi lo stop. Ma prima i 76 interventi in aula, poi 372 desiderata arrivati per posta ne avevano fatto una sessione al calor bianco. E così si era resa necessaria una lunga Intersessione (8 dicembre 1962 – 29 settembre 1963), nel corso della quale il documento elaborato prima dell’inizio della grande assemblea della Commissione teologica preparatoria del card. Ottaviani venne relegato tra le cianfrusaglie ad opera della Commissione teologica conciliare, presieduta anch’essa dal card. Ottaviani (un sant’uomo che per l’occasione dovette soffrire – ahilui! – le paturnie degli uomini che santi non sono), ma composta non più da teologi d’accatto della stremata Scuola teologica romana e da mediocri quaresimalisti, bensì da 9 membri di nomina pontificia e da 16 membri eletti dai Padri conciliari. La Commissione teologica conciliare elaborò uno schema totalmente nuovo, che costituisce la sostanza della prima delle quattro Costituzioni conciliari, la Lumen gentium; la quale per la morte di Papa Giovanni (3 giugno 1963) poté essere approvata solo sotto Paolo VI nella II sessione del Concilio, il 29 novembre di quell’anno, praticamente all’unanimità: 2.115 voti favorevoli e solo 5 contrari. Forti dei dati materiali del calendario, non mancano nemmeno oggi i ‘belli spiriti’ che sostengono che “Papa Giovanni non ha dato nulla al Concilio”. Nessun documento è uscito sotto la sua egida. “Tanto rumor per nulla”, cari “tifosi” del “Papa Buono”, buono e inconcludente! Gnaffe. Papa Giovanni, per bocca del suo segretario di Stato card. Tardini, dette il “la” al Concilio ben prima che il Concilio cominciasse: esso avrebbe avuto carattere, più che dogmatico, pratico; più che ideologico, pastorale; più che dare definizioni, darà norme. Un “Concilio pastorale”, tutti d’accordo, ma… improntato a quale pastorale? Ottaviani: la pastorale va centrata sulla lotta senza quartiere al comunismo e al laicismo. Ma i cardinali e i vescovi impegnati che stanno aggregandosi nel Segretariato per l’unione dei cristiani, istituito da Giovanni XXIII e presieduto da padre Bea, bocciano come fondamentaliste questa e altre posizioni della Curia. “Concilio pastorale” voleva dire che il Papa e la Curia dovevano mettersi in ascolto delle Conferenze episcopali nazionali, perché urgeva il recupero della collegialità nel governo della Chiesa; e voleva dire che il Papa e la Curia recuperassero innanzitutto l’ispirazione evangelica. Questo prima che il Concilio cominciasse. Il giorno che il Concilio cominciò sulle due posizioni antinomiche, piovve la grande omelia di apertura, la Gaudet mater Ecclesia. Come un placido acquazzone a ferragosto.

AUTORE: Angelo M. Fanucci