Tanto rumor per nulla

È proprio il titolo giusto per la mini/tragicommedia che s’è accesa nella mia Gubbio in una notte di mezz’estate ed è durata quanto una stella cadente la notte di San Lorenzo. Il “caso delle veline” ha sconsideratamente interessato la stampa nazionale in debito di ossigeno, per qualche giorno, un piccolo vortice di quelli che un bambino può far apparire per un attimo, girando a tondo, rapidamente, la punta di una canna spezzata in una pozza d’acqua. In una notte di mezz’estate s’è sparsa la notizia che diverse puntate del “famoso” concorso riservato a ragazze intimamente motivate a fare le oche in “Striscia la notizia” sarebbero state registrate, a Dio piacendo in una sola sera, a Gubbio, sullo sfondo del palazzo dei Consoli. E un’associazione di donne, che si erano sentite offese, come donne e come eugubine, l’Associazione libera_mente ha fatto affiggere in città un manifesto.: “Le veline? No, grazie”. Quanto bastò per suscitare la reazione uguale e contraria: un gruppo informale di cittadini eugubini, coordinato da qualcuno che ama le veline molto più della lingua italiana, ha affisso un contro/manifesto: “Le veline? Sì, grazie”. E così a Gubbio c’è venuto anche Antonio Ricci, lui, l’inventore della trasmissione/dessert che ha interessato tanto a lungo tutta l’Italia; lui che per farci ridere e magari anche pensare ha messo dietro un tavolo due uomini intelligenti, o per lo meno un uomo intelligente con un sempliciotto come spalla (penso alla figura che fece fare al povero Gino Bartali, e me ne dolgo, io che ho passato l’infanzia e la giovinezza a tifare per Coppi), e sulla tavola due oche belle e starnazzanti, delle quali era proibito pensare che avessero non dico un cervello, ma una voce umana. Lui era venuto per incontrare le donne che avevano osato dirgli di no; e le nostre l’hanno snobbato come merita: con quel silenzio che deve fare l’effetto di una coltellata in chi vive di rumore come lui; e lui, povero mangiafuoco d’accatto, ha rilasciato un’intervista zeppa di luoghi comuni travestiti da intuizioni e di paradossi da supermercato della chiacchiera. Sicuro di fare colpo su di noi. Ci prendono per selvaggi, questi sbruffoni che vengono dalla metropoli e pensano di incontrare da queste parti Beoti d’antan, provinciali sui quali sghignazzare una volta tornati tra i loro pari, e seri come il Corsaro Nero sparano palle di stoppa coi loro schioppetti di sambuco. Onore e gloria alle donne dell’Associazione libera-_mente. Ce ne fosse, di gente come loro! Uno splendido colpo di reni. Di quelli che disarcionano chi tenta di violentare la loro dignità. Avessi i soldi per farlo, regalerei a tutti i miei amici un Cd con l’intervista scoppiettante di nulla rilasciata da Antonio Ricci e quella sottovoce, pacata, profonda, rilasciata da Sabrina Monacelli a Trg. Senza commento. Sabrina: sono stato il suo professore quando, al Liceo, s’affacciava alla vita.