I temi su cui NON si sta discutendo a Roma

di Daris Giancarlini

“Se si sbagliano i conti, non c’è una banca di riserva che ci salverà”: se anche il presidente dei vescovi italiani, il card. Gualtiero Bassetti, ha sentito la necessità di intervenire su temi economici, vuol dire che per l’Italia questo è un momento di grande incertezza. La presa di posizione dell’alto prelato suona come un richiamo a privilegiare il buon senso rispetto ai proclami fondati sulla propaganda e su una campagna elettorale che sembra non trovare pause.

E di economia bisogna parlare, perché i segnali che arrivano dai principali osservatori sono tutt’altro che ottimistici. Per l’Istat, “prosegue la fase di debolezza della produzione industriale”, con una flessione congiunturale determinata dai settori dei beni di consumo e dei beni intermedi. Nel frattempo il dato è del settembre scorso – calano le vendite al dettaglio del 2,5 per cento.

Quindi lo stato d’animo dominato dall’incertezza sta attraversando, oltre alle imprese, anche le famiglie, che evitano le spese, spesso anche quelle utili, a cominciare da quelle per la salute. In tutto questo il Governo grillo-leghista ha impegnato i suoi primi mesi di attività a condurre in porto provvedimenti che riguardano due temi: la sicurezza e la prescrizione.

Sembra di rivivere gli ultimi mesi dell’esecutivo Renzi, quando l’allora premier impose a un elettorato ancora flebilmente toccato dalla ripresa economica un’agenda che aveva come punto principale la riforma costituzionale. È lungo, invece, l’elenco dei temi di cui non si sta discutendo e che invece costituiscono le vere emergenze del Paese.

Non si parla, prima di tutto, di lavoro. Ma neanche di ambiente (in un Paese devastato dagli eventi atmosferici), innovazione, digitale, tecnologia, competitività, produttività. Non c’è, in pratica, un qualsivoglia accenno su tutto quello che, per le economia più avanzate, viene definito come futuro prossimo.

Ciò che viene in evidenza è un Governo e una maggioranza impegnati soprattutto a smontare quello che hanno fatto le maggioranze e i Governi precedenti. Mentre si parla e straparla di cambiamento. Il timore è che anche il richiamo del Presidente dei vescovi cada nel vuoto. D’altra parte, in Italia il partito del Buon senso non ha mai avuto una grande fortuna.