Terapia promettente

Salute. Il via libera alla sperimentazione con le cellule staminali

È stata un’inaspettata ma positiva notizia quella che lo stesso vescovo Vincenzo Paglia ha comunicato direttamente al Santo Padre durante l’udienza riservata alla diocesi, quella della definitiva autorizzazione da parte dell’Istituto superiore di sanità per l’avvio della sperimentazione sull’uomo con cellule staminali celebrali. Entro due o tre mesi si potranno fare le prime iniezioni ai pazienti per testare una terapia contro la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Il progetto nasce dal lavoro di Angelo Vescovi, che dirige la Banca delle staminali dell’ospedale di Terni che fornirà le cellule, e ha il supporto di diverse istituzioni e fondazioni, prima tra tutte quella creata dal vescovo Vincenzo Paglia, a testimonianza del sostegno e dell’impegno della Chiesa per dare vita ad un progetto che prevede l’utilizzo di cellule adulte e che ha messo d’accordo su ogni disputa etica in merito alle staminali. “Il via libera da parte dell’Iss era l’ultima cosa che mancava – spiega il prof. Vescovi – ora rimane solo il sì formale del Comitato etico dell’’ospedale e alcune questioni meramente organizzative”. La sperimentazione, che all’inizio dovrebbe essere fatta su 10-12 pazienti, prevede l’utilizzo di cellule staminali cerebrali umane, prelevate da feti abortiti spontaneamente e coltivate nei laboratori di Terni, da trapiantare nel midollo spinale di malati di Sla per circa 10-15 volte: “Noi speriamo che questo possa rallentare, o nel caso più favorevole bloccare la malattia – spiega Vescovi -. La prima fase verificherà l’eventuale tossicità delle cellule sul paziente, ma comunque entro un anno dai trapianti avremo anche i primi risultati sull’efficacia”. I test condotti in questi anni sugli animali lasciano ben sperare, al punto che sono già pronte le richieste per sperimentazioni su altre malattie neurodegenerative. La sperimentazione per la sclerosi laterale amiotrofica è l’unico in Europa di questo genere, e fra i pochissimi al mondo. “Ora i pazienti hanno una speranza che prima non avevano – sottolinea Vescovi – ma se la sperimentazione dovesse andar bene potrebbe fare da modello anche per le altre malattie degenerative, come la sclerosi multipla o l’alzheimer. Noi stiamo già preparando delle nuove richieste per altre sperimentazioni in questo senso”. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Enrico Garaci: “Le cellule staminali neurali hanno caratteristiche tali da pensare di poterle usare per la cura di alcune malattie. Si tratta di un traguardo importante, di un progetto cominciato diversi anni fa e che ha unito istituzioni laiche e religiose per un progetto attuato nell’ottica di un’etica condivisa a favore dei pazienti. Da parte sua l’Istituto superiore di sanità, che è tra i soci fondatori del progetto, mette a disposizione le sue conoscenze e la sua preziosa esperienza, frutto di anni di ricerca infaticabile, basata su valori etici ed umani”.

AUTORE: E. L.