Tra Azione cattolica e palestinesi nasce una sinergia per la pace

'Gemellaggio' realizzato anche in Umbria

Chris, Rafat e Said vengono da Nazareth e Haifa. Sono i primi tre ragazzi che, grazie al progetto di gemellaggio con la Terra Santa nato dagli incontri avuti durante due pellegrinaggi che hanno portato giovani e adulti di Azione cattolica in Palestina, poi ‘adottato’ dalla delegazione umbra dell’Ac, hanno avuto modo nei giorni scorsi di visitare anche l’Umbria. L’impegno è quello di creare una sinergia che possa aiutare e dare qualche piccola risposta alle esigenze del popolo della Terra Santa. Un progetto che vedrà, da una parte giovani umbri e dall’altra giovani palestinesi confrontarsi, sensibilizzarsi a vicenda, in particolare con ragazzi e adulti di alcune parrocchie cattoliche di Betlemme. Un gemellaggio, più che istituzionale, creato dal contatto tra persone che possa sviluppare progetti particolari e sinergici tra le esigenze del popolo palestinese e le energie e le capacità del popolo umbro. ‘Lo scorso anno a Natale, un gruppo di ragazzi del Forum internazionale di Azione cattolica ‘ spiegano i tre giovani -, hanno partecipato a un pellegrinaggio in Terra Santa dove è presente anche l’Azione cattolica. In quella occasione ci siamo conosciuti e ora per l’assemblea dell’Azione cattolica italiana siamo stati invitati e siamo tornati a trovare questi nostri amici’. In Terra Santa si vive una situazione di perenne crisi, in un Paese dove per i giovani è difficile trovare un lavoro, specie se non si ha un idoneo titolo di studio, se si è di origine araba e si vive in Israele. ‘Il sistema universitario è molto selettivo ‘ aggiungono – e il percorso scolastico è molto complicato. Anche all’interno dei territori sotto giurisdizione palestinese, esiste una forte discriminazione verso gli arabi cristiani. A Nazareth, ad esempio, ci sono molti problemi in questo momento per dei contrasti che riguardano la costruzione di una moschea davanti alla basilica dell’Annunciazione. Spesso l’atteggiamento dei musulmani verso i cristiani è violento, ma noi cerchiamo di non reagire e smorzare i toni delle questioni ‘ raccontano ancora -. Spesso ci sono provocazioni ‘a vuoto’ senza una ragione. Le reazioni violente sono frutto della sofferenza che ognuno di noi, cristiano, musulmano, ebreo, vive quotidianamente nella nostra terra. Noi cristiani comunque viviamo la situazione peggiore perché siamo una minoranza, trattati non benissimo dagli ebrei perché considerati arabi, e additati dai musulmani come ebrei perché cristiani’. I giovani cristiani di Terra Santa hanno partecipato all’incontro dell’Ac con il Papa a Roma e poi sono stati ad Assisi e a Terni dove hanno ricevuto una calorosa accoglienza. ‘Lo scambio tra i nostri popoli porterà buoni frutti ‘ affermano ‘, siamo convinti di questo. La cordialità e la voglia di capire che ci è stata mostrata dagli umbri ci sembrano delle buonissime basi di partenza’. ‘Vi chiediamo di pregare per la nostra terra ‘ aggiungono infine -, per la pace, per un vero dialogo, specialmente tra i giovani, perché noi siamo il futuro. Dobbiamo impegnarci e pregare perché la pace possa trionfare in Terra Santa. I giovani sanno benissimo che con la guerra non si risolverà niente’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro