Trasformare sé e la città

L'omelia per la festa dei santi Florido e Amanzio è stata tenuta dal card. Vallini

Noi siamo cristiani non tanto perché crediamo semplicemente in Dio, ma perché ‘crediamo che Dio si è fatto vicino a noi, anzi si è fatto uno di noi. Dando la vita per noi Cristo, ha dato risposte definitive alle grandi ed irrisolte questioni della vita, al male, alla stessa morte’. Lo ha ribadito il card. Agostino Vallini durante l’omelia per la festa dei santi Florido ed Amanzio, i quali, ha proseguito ‘fanno parte della schiera dei santi, cioè di coloro che nel corso della storia della Chiesa hanno creduto all’azione di Dio ed hanno trasformato la loro vita. Con loro, anche ciascuno di noi è chiamato a prendere sul serio il Vangelo, facendo della santità il personale ideale di vita. Malgrado i tempi travagliati in cui vivevano, Florido e Amanzio annunciano, prima a Perugia, poi a Città di Castello, quella verità eterna in cui credevano. Vivono l’immutata esperienza della Chiesa, che consiste nell’irradiare l’esperienza di Dio. Mentre a Tiferno, messa a ferro e fuoco dai Goti, c’era gente sfiduciata, Florido si rimboccò le maniche e si mise a lavorare. Annunciò che nel Vangelo c’è un’anima spirituale, ma anche una luce per trasformare la città, per dare senso alla vita, per progettare il futuro con i figli. Quale messaggio possiamo cogliere per noi che viviamo oggi tempi altrettanto travagliati? La festa religiosa e civile – ha puntualizzato il cardinale – dovrebbe significare un momento di sosta per fare il punto della situazione e domandarsi: a che punto stiamo, come va la nostra città, e nella città qual è il senso della vita dei suoi cittadini, delle famiglie, delle strutture, della vita sociale?’. Da Florido raccogliamo un invito a fortificare la nostra fede, cioè a fare dell’ideale cristiano una scelta consapevole, libera, personale e motivata. ‘I patroni ci invitano a passare dall’essere cristiani per abitudine a cristiani per scelta’. Questo vuol dire anche interrogarsi criticamente e domandarsi ‘dove sto andando?’ con la mia vita’ con la vita della mia famiglia’ della mia città’. Ridomandiamoci: cosa vuol dire per noi credere? Chi è per noi Gesù Cristo? E questo non nei momenti occasionali, ma nel contesto quotidiano della vita. Che vuol dire per noi essere uomini di giustizia, uomini liberi, onesti, operosi, in un contesto non sempre favorevole, quando gli esempi non giungono sempre così incoraggianti? I Patroni ci invitano al coraggio della testimonianza. Ciò vuol dire essere ‘coerenti con i valori umani e cristiani che mi danno pace, che mi rendono felice’. Il cristiano è anche uno che si preoccupa dell’annuncio del Vangelo. ‘L’impegno battesimale ci chiede di essere operosi, attivi annunciatori di questa fede’. È l’impegno di tutta la Chiesa che non è fatta solo dal Vescovo, dai sacerdoti, da alcuni volonterosi e da altri in attesa solo di ricevere qualcosa, ma è un popolo che annuncia. ‘Ci sono molti ambienti – ha concluso mons. Vallini – nei quali il Vangelo entra solo attraverso i laici: anche là occorre portare la parola che salva e dona la vera felicità’.

AUTORE: Francesco Mariucci