Tutti i fedeli riceveranno la comunione sotto le due specie

Assemblea ecclesiale: nuova indicazione nella liturgia dal Natale 2002

La Cattedrale di Terni ha ospitato l’annuale assemblea ecclesiale, che, dopo un intenso anno di lavoro della comunità diocesana sulla lettera pastorale del Vescovo “L’Eucarestia salva il mondo” è stata un valido strumento di verifica per analizzare e approfondire gli aspetti del secondo capitolo della lettera stessa riguardante “I celebranti”. E’ stata ribadita con forza la necessità di sviluppare il senso comunitario della celebrazione domenicale, dove tutti i fedeli siano non semplici invitati, ma celebranti, cioè persone che vivono con intensità e partecipazione attiva ogni momento della messa. I cristiani, nel partecipare alle liturgie, non è devono assistervi per un semplice gesto devozionale personale, ma sentirsi coinvolti, abbandonando quella coscienza individualista della messa e invitando anche gli altri, tutti i battezzati, perché partecipino alla “festa domenicale” della messa, che può aiutare a sconfiggere la solitudine e la tristezza. Per questo è necessario sempre più sviluppare e far presente ad ogni credente che la celebrazione è di tutti e per tutti, è della comunità intera che si riunisce per vivere insieme un momento di gioia insieme agli altri e al Signore. Questi alcuni aspetti emersi nella prima parte dei lavori, dall’ introduzione del Vescovo e dalla relazione di mons. Antonio Maniero. Temi approfonditi con chiarezza e lucidità da Rita Bravi, Leda Leonardi, Lilia Sebastiani, don Paolo Carloni nella tavola rotonda moderata da Luca Diotallevi. Importante l’annuncio fatto, al temine dell’assemblea, dal vescovo mons. Paglia: “Dal Natale 2002, il modo ordinario di fare la Comunione nella diocesi di Terni Narni Amelia è quello di riceverla sotto le due specie: con l’ostia e con il vino ” mediante intinzione. La diocesi di Terni Narni Amelia è la prima in Italia che assume questa determinazione. Una sollecitazione che basa la sua scelta all’adesione totale al Vangelo e al segno eucaristico manifestato da Gesù nell’ultima cena. Fino al 1100 questo era, infatti, il modo con cui i fedeli prendevano la comunione partecipando all’assemblea eucaristica. Anche questo rappresenta per i cristiani un modo più completo e più intenso di partecipare alla celebrazione domenicale. Tutto ciò stimolerà l’intera comunità diocesana a prendere più viva coscienza del mistero eucaristico e a prepararsi meglio per vivere più intensamente la realtà della chiesa.

AUTORE: Elisabetta Lomoro