Tutto sul Tesoro di Canoscio

Esce un volume curato dal prof. Rosini. Un piccolo mistero collega Città di Castello a Berlino

È il celebre “Tesoro di Canoscio” l’argomento dell’ultimo libro scritto dal professor Corrado Rosini. Il testo è stato presentato nei giorni scorsi a Città di Castello alla presenza del vescovo, mons. Domenico Cancian, dello stesso autore e di alcuni rappresentanti delle Soprintendenze archeologica e artistica dell’Umbria; una numerosa platea ha letteralmente riempito la sala gotica del Museo del duomo, dove si è svolta l’iniziativa. Il Tesoro di Canoscio consiste in una serie di 25 pezzi d’argento; fu ritrovato nel 1935 nell’omonima località a sud di Città di Castello mentre un contadino arava un terreno. L’importanza di questo ritrovamento si deve al fatto che i resti risalgono tutti all’età tardo-antica e rappresentano una delle testimonianze più antiche al mondo di oggetti per uso liturgico.
Il saggio scritto da Rosini (edito da Petruzzi editore, pag. 80, euro 15) oltre che riportare nuova luce sull’intera serie, propone anche alcune novità assolute riguardanti il ritrovamento di Canoscio. Secondo gli ultimi studi, infatti, pare che ai resti di Canoscio siano stati sottratti degli elementi durante gli scavi del 1935, mentre a Berlino è stato recentemente individuato un piatto uguale ad uno dei resti conservati a Città di Castello. “Lo spunto per scrivere questo libro – ha dichiarato l’autore, Corrado Rosini – è arrivato quando sono stato informato dell’esistenza, a Berlino, di un piatto d’argento identico per fattura a quello del Tesoro di Canoscio, sottratto dal resto della serie nei giorni degli scavi. Il pezzo che è stato ritrovato si trova al Bode Museum di Berlino – ha aggiunto – ed è stato pubblicato solamente nel 1992. Essendo venuto a Città di Castello, per la prima volta il nuovo soprintendente dei beni archeologici dell’Umbria, e avendo effettuato delle osservazioni molto importanti sul tesoro di Caonoscio, spero che possa presto dare informazioni scientifiche riguardanti questo reperto archeologico ancora poco noto ai più”.
“L’importanza del Tesoro di Canoscio è testimoniata dall’esistenza stessa del Museo del duomo di Città di Castello – ha invece dichiarato l’attuale direttore, don Andrea Czortek. – Il museo venne infatti realizzato nel 1940, per iniziativa dell’allora vescovo, Filippo Maria Cipriani, proprio per conservare il ritrovamento avvenuto a Canoscio. Questo, oggi, è una delle realtà museali più visitate a Città di Castello, e più grandi, in quanto museo diocesano, nell’Italia centrale”.