Ue: coscienza comune

Convegno nazionale della Fuci dedicato a Europa e formazione universitaria

Si è concluso il 26 aprile con la messa presieduta da mons. Mariano Crociata, segretario Cei, il convegno nazionale della Fuci – Federazione Universitaria cattolica italiana – presso l’università Lumsa di Roma. Il convegno, tenutosi dal 23 al 26 aprile, era dedicato al tema ‘Cittadini dell’Europa: sogno o realtà? L’università e la formazione di una coscienza europea’, e ha visto la partecipazione di oltre 200 studenti provenienti da tutta Italia,tra cui anche la rappresentanza del gruppo di Perugia. Due le sessioni in programma, dedicate a ‘Università tra Italia e Europa: bilanci e prospettive’ ed ‘Europa tra istituzioni culture, religioni e diritti’. Obiettivo del convegno, ha dichiarato la presidente nazionale Silvia Sanchini, era ‘risvegliare nei giovani l’attenzione per le vicende europee, soprattutto a partire dall’università’. È stato evidenziato che bisogna compiere un ulteriore passo avanti dopo l’unione doganale, quella monetaria e la libera circolazione di persone; l’Europa necessita di una ‘comune coscienza europea, di una piattaforma di valori condivisi nei quali ogni persona possa riconoscersi’. I lavori si erano aperti con la prolusione di Romano Prodi, già presidente della Commissione europea. ‘L’Europa di oggi è come l’Italia del Rinascimento ‘ ha affermato Prodi ‘: il nostro Paese era il centro politico, economico, culturale e spirituale del mondo, ma a causa dei suoi frazionamenti ha visto perdere questa sua centralità a favore di altre nazioni. È il rischio che corre oggi l’Europa, se non riconosce l’importanza di essere unita. Una delle migliori definizioni che ho sentito di Europa è ‘unione di minoranze’: credo che meglio non si possa definire il disegno europeo’. Sono intervenuti di seguito Stefano Zamagni (Università di Bologna), ponendo l’accento sul tema della ‘fraternità d’Europa’, e Franco Ferrarotti (La Sapienza) passando in rassegna diversi aspetti della coscienza europea ‘che non si può formare a tavolino, ma deve nascere dai popoli’. La mattina successiva sono intervenuti mons. Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, e Paola Potestio, docente di Economia politica presso l’Università di Roma Tre, autrice del libro L’università italiana. Un irrimediabile declino?. Potestio ha dato una visione limpida e concreta del nostro sistema universitario, evidenziando i passaggi cruciali degli ultimi anni che hanno determinato la situazione attuale (da notare il passaggio dai concorsi nazionali a quelli locali per l’assegnazione delle docenze, il passaggio al sistema 3+2, la gestione delle risorse che il Governo elargisce agli atenei ogni anno). I lavori sono stati introdotti da mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università. La tavola rotonda che è seguita nel pomeriggio, intitolata ‘Europa tra istituzioni, culture, religioni e diritti’ ha visto l’intervento di Valerio Onida, ordinario di Giustizia costituzionale e già presidente della Corte costituzionale; Pier Virgilio Dastoli, già assistente di Altiero Spinelli e direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea; Piero Graglia, ricercatore di Storia dell’integrazione europea; e Adriano Roccucci, segretario generale della Comunità di Sant’Egidio e ordinario di Storia contemporanea. La tavola è stata moderata da Gianni Borsa, inviato del Sir a Bruxelles. ‘Nata per mantenere la pace, ora bisogna battersi per un’Europa federale in grado di garantire una vera democrazia sovranazionale’, che sia ‘partecipativa’ e non solo ‘rappresentativa’. È questo l’invito che Pier Virgilio Dastoli ha rivolto agli universitari cattolici. ‘La storia dell’Europa è una storia di pluralismo’, dove molteplici culture hanno trovato un ‘luogo di convivenza, ma anche di conflitti’: così Valerio Onida ha ricordato le radici dell’Unione europea. Per i giovani l’Europa è ‘lo spazio del loro futuro, la dimensione politica, sociale e istituzionale nella quale già ora vivono’. Ne è convinto Piero Graglia, che ha parlato di ‘opportunismo consapevole’ pensando a quanti, nel mondo politico e mediatico, tendono ancora oggi ad attribuire all’Ue un ruolo residuale, mentre ‘così non è’. Infine Roccucci ha evidenziato la dimensione del necessario carattere religioso dell’Europa. I giorni successivi sono stati dedicati ai lavori dell’assemblea federale della Fuci, all’interno della quale, in un clima di amicizia e democraticità, sono state discusse e votate le linee di indirizzo della Federazione per il prossimo anno.

AUTORE: Maurizio Barberini