Un amore antico

70° DEL CSI. I ricordi di don Leonardo Romizi
Carlo Moretti e Mons. Paolo Giulietti
Carlo Moretti e Mons. Paolo Giulietti

È proprio così: un amore antico, quello che mi accompagna ancora oggi per lo sport e per i giovani, che è dovuto certamente anche al mio mestiere, ma anche a una personale inclinazione che predilige il correre al camminare e il muoversi allo star fermo. Di questi settanta anni, oltre la metà li ho vissuti in prima persona. Seminario regionale anni 1965-70: in Umbria “imperversavano” Filippo Dragotto e Beppe Burdisso (dirigenti nazionali Csi) e naturalmente il “boss” Araldo Vispi, presidente regionale, accompagnato da don Vittorio Peri, consulente ecclesiastico.

In seminario avevamo un Comitato di zona con riferimento Foligno. Poi dal ’74 sono a Monteluce, vice parroco e impegnato nell’Associazione polisportiva Monteluce (società gloriosa tuttora felicemente in auge). Qualcuno mi invitò alla sede del Centro sportivo italiano – Consiglio provinciale di Perugia a Montemorcino in occasione del congresso: poteva essere il 1975. Presidente uscente era Mauro Ottolenghi, ma l’anima vera era già lui, Paolo Scarponi.

Ricordo anche che furono eletti alcuni consiglieri provinciali nuovi, ed erano della nostra gloriosa “parrocchia”, i vari Branda, Alfi, Scarponi… Scarponi sarà ed è tuttora la mente e il braccio del Csi perugino. La mia memoria ormai offuscata dagli anni mi fa ricordare anche una sosta della sede in via della Cera, che dovrebbe essere una traversa di corso Garibaldi accanto al Pennaricci, altra gloriosa e benemerita società sportiva. Non ho molti ricordi, se non una solenne contravvenzione per divieto di sosta.

Più articolata l’esperienza della sede in via Ritorta, praticamente nella casa del Vescovo in Curia. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: anche lì qualche contravvenzione, tanta passione e amicizia. Ricordo qualche nome: Ricci, Spezzano, Alfi, Parracini, Mastroforti, Branda, certamente ancora Scarponi e ormai da alcuni anni un irriducibile bravo “ragazzo”: Carlo Pula. Nell’81 fui avvicinato da Dragotto e Vispi: avevo lasciato Monteluce ed ero fresco parroco. Ovviamente imbeccati da don Vittorio, mi proposero di essere il nuovo sacerdote Csi per l’Umbria. Da allora, quanti incontri, corsi di formazione e campi scuola; quante persone incontrate, quante storie, quante vicende: soddisfazioni, litigi, esaltazioni, delusioni e tanti chilometri di strada!

Araldo Vispi rimaneva l’anima del Csi: Castello – Gubbio – Perugia – Foligno – Orvieto – Terni – Spoleto erano le sue “parrocchie” e anche le mie. Alcuni nomi che mi rimandano a quegli anni: Rossi – Mariani – Noli -Emanuele – Tomassini – Attili – Alba Stella – Donatella – Isabella – Bianchi – Severoni – i fratelli Caponi – Morichini…

Passano gli anni e le persone si avvicendano: Perugia con Carlo Pula decide per una sede più accessibile in periferia, via Piccolpasso, dove siamo stati una ventina d’anni. Pula subentra ad Araldo (vicino agli ottanta) in Umbria, e Alessandro Rossi sarà per anni guida sicura e appassionata fino alla nuova sede presso la parrocchia di San Faustino. Nel frattempo mons. Peri sarà consulente nazionale per un decennio e mi coinvolgerà con mia soddisfazione in varie esperienze: Feste dello sport, incontri, campi-scuola in varie parti d’Italia.

Anche gli altri Comitati avvicendano nuove dirigenze. Alla Regione per vari anni ci sarà Roberto Pascucci, altra figura di spicco degli ultimi 20 anni; Rossi sarà consigliere nazionale, Banditelli Claudio guiderà Perugia, Panfili Gubbio, Noli già consigliere nazionale si avvicenderà a Mariani per Foligno. Spoleto e Terni avranno un periodo, come si dice, “di riflessione”.

Il Csi è una vocazione. La sede del Csi è come una parrocchia: non sono quattro mura, sono le tante persone che salgono quelle scale… sono i dirigenti che lì spendono ore e ore, sono il sonno perso, le ore tagliate alla famiglia, sono i confronti, i litigi, i programmi, e tanto tanto altro. Lì sono passati volontari di ogni genere, obiettori di coscienza e di volontariato civile, animatori pieni di speranza o fortemente delusi, arbitri, allenatori, presidenti di società. Tutto un mondo che fa riferimento ai giovani: l’oggetto e il soggetto di tutti questi lunghi anni di lavoro.

Abbiamo un obiettivo unico: aiutare i nostri ragazzi a essere donne e uomini veri. Dopo vari anni, sono ancora pazzamente felice e orgoglioso di aver vissuto parte del mio impegno di prete in questa associazione di frontiera che mette al centro l’uomo, i valori del Vangelo e vede lo sport come mezzo educativo. Questo è il mondo unico del Centro sportivo italiano.

Ieri, oggi, domani

Giovedì 4 settembre il Csi Umbria ha festeggiato i 70 dell’associazione: invitati speciali i “veterani” del Csi che hanno contribuito a far grande il Csi nella nostra regione. Questo incontro serve a creare un ponte tra ieri, oggi e domani, “trasmettendo – dice il presidente regionale del Csi Carlo Moretti – ai dirigenti attuali e quelli futuri la storia dell’associazione, storia che rappresenta una base, un punto di partenza per tutti coloro che vivono e si avvicinano al Csi. È importante – continua il presidente – educare a diventare non ‘bravi atleti’ ma uomini giusti e retti”. Ad aprire i lavori mons. Paolo Giulietti, da sempre vicino alla nostra associazione, che ha rimarcato come oggi lo sport di per sé non educhi molto, ma grazie al Csi lo sport diventa un mezzo di educazione.

AUTORE: Don Leonardo Romizi consulente eccl. Csi Umbria

1 COMMENT

  1. Un mio carissimo amico mi ha girato questa pagina perchè nell’articolo vengo citato in qualità di Presidente del Consiglio Provinciale CSI. Si, il primo Presidente non designato dall’Azione Cattolica che per poterlo eleggere il Consiglio ha dovuto attendere il compimento del 21° anno di età. Quel consiglio era formato da parecchi giovani desiderosi di gestire l’Associazione in modo e con idee altrettanto giovani. Eravamo tutti animati dalla voglia di essere protagonisti e di poter cambiare il mondo attraverso uno sport realizzato a misura d’uomo, di operare perchè il CSI potesse crescere dotandosi anche dei necessari strumenti.

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