Un arcobaleno che va da Papa Giovanni a Papa Francesco

SINODO. Dal “nostro inviato” don Saulo, una riflessione sul 50° anniversario del Concilio
Don Saulo Scarabattoli
Don Saulo Scarabattoli

Sabato 17 ottobre, nel bel mezzo delle riunioni del Sinodo, abbiamo avuto un bellissimo momento di festa: nostalgia e speranza. Si celebravano i 50 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II (una grazia stupenda dello Spirito santo alla Chiesa: nostalgia), e dalla costituzione del Sinodo dei vescovi (speranza). Erano previsti alcuni interventi di vescovi dei cinque Continenti, e alla fine un discorso del Papa. Penso che abbiate potuto leggere le varie riflessioni. Intensa e solare sopratutto quella del vescovo di Vienna, il card. Schoenborn: un invito a imparare dal cosiddetto “Concilio di Gerusalemme”, raccontato negli Atti degli apostoli al cap. 15. Alla fine ha preso la parola il Papa. Una Chiesa tutta “sinodale”, ha detto: cioè in atteggiamento di comunione profonda (camminare insieme) tra tutti i credenti, per riflettere e decidere nella piena fraternità. E il Papa? In questa comunità, che a volte poteva essere rappresentata come una piramide, normalmente il Papa era pensato sulla cima, in alto. E invece – lui ha detto – la piramide va pensata rovesciata, cioè con la “cima” in basso, e il Papa allora nel punto più profondo – come il “servo” di tutti (secondo l’antica formula servus servorum Dei, che spesso era rimasta solo un detto retorico, senza nessuna conseguenza pratica). A questo punto, ho come chiuso gli occhi, e mi è sembrato di vedere spuntare uno stupendo arcobaleno, che congiungeva i due eventi distanti 50 anni: il Concilio, iniziato nel 1962 e concluso nel 1965, e il Sinodo in questo ottobre 2015. E i due Papi, Giovanni XXIII e Francesco. I due eventi: il Concilio Vaticano II, che aveva finalmente fatto crollare tutti i muri di separazione che erano tra la Chiesa e il mondo (“Le gioie e le speranze… degli uomini sono anche le gioie e le speranze della Chiesa” suonava il primo “squillo” del documento sulla “Chiesa nel mondo contemporaneo”); e il Sinodo, che dopo tanto tempo invitava questo “treno” (ormai questa immagine è entrata nel nostro racconto) a fermarsi, e invitava a scendere e camminare per le strade degli uomini, ed entrare nelle loro case, nelle loro storie, per sostenere e soccorrere e curare… E i due pontefici: Papa Giovanni, “fratello chiamato a essere padre”. Il Papa che esortava a non ascoltare i “profeti di sventura”, ma a guardare con la stessa fiducia e lo stesso amore di Gesù al mondo e agli uomini. Il Papa che desiderava parlare una lingua che potessero intendere anche tutti gli uomini di buona volontà. Il Papa che voleva usare la medicina della misericordia piuttosto che il rigore della disciplina… E Papa Francesco, che ha salutato il mondo con quel “buona sera” che l’ha fatto sentire subito a casa di tutti. Il Papa che abita in una “casa del clero” in un mini-appartamento di 50 metri quadrati. Il Papa che al concerto in Vaticano ha desiderato che i primi posti fossero riservati ai poveri. Che ha fatto aprire i bagni (e una barbieria, il lunedì) per tutti i barboni di Roma. Il Papa che quando visita una città, va a pranzo nella mensa dei poveri (a Santa Maria degli angeli, o in questi giorni a Firenze). Il Papa che ha donato alla Chiesa un Giubileo della Misericordia. Un arcobaleno, allora. Con un “colore” particolare che unisce Giovanni e Francesco – di che colore è la misericordia? Che accoglie anche tutti gli altri colori (i Papi successivi: ognuno con una luce particolare). Che, al Sinodo, accoglie anche i colori di tutti i vescovi venuti dal mondo; e sappiamo che tutti i colori si raccolgono nel colore “bianco” – la veste del Papa, una “luce bianca”… Papa Giovanni è passato alla storia anche con il dolcissimo “discorso della luna” (chi non l’avesse mai sentito, provi ad ascoltarlo!); Papa Francesco passerà alla storia anche con il “discorso del sole”: splendeva il sole, a Roma, quando ha concluso il Sinodo con parole piene di luce. E questa luce è entrata anche nella cattedrale di Firenze, martedì, a illuminare il Convegno della Chiesa italiana. Grazie, Papa Francesco!

AUTORE: Don Saulo Scarabattoli