Un tempo davvero speciale

Questo numero de La Voce porta molte notizie da focalizzare. Per fortuna, essendo un settimanale, c’è un certo lasso di tempo per leggere. Confesso che con i quotidiani, anche con il nostro amato e apprezzato Avvenire, non si riesce ad avere quel tempo necessario per scorrere neppure una decima parte di quanto vi è scritto. Eppure è giusto e necessario leggere. Noi siamo i discepoli della Parola, e la parola è prima di tutto detta e poi scritta. Eleviamo con solennità in alto il libro dei Vangeli quando si celebra in chiesa la santa liturgia, significando che quel libro è sacro e venerato ancora prima di essere aperto e proclamato. Penso che questa riflessione possa essere di augurio e saluto ai catechisti e a tutti coloro che nella Chiesa hanno compiti di educazione alla fede, di formazione umana e cristiana. Se non si è capaci di stare in silenzio sopra un testo scritto e non si è disposti a chiudere le porte della fantasia per un ascolto o una lettura attenta e meditata, per apprendere una notizia e afferrare un’idea, e se non si è allenati a fare distinzione tra ciò che è vero e ciò che è falso, il livello di umanità e la sensibilità per i valori dello spirito e della interiorità si abbassano fino a perdersi. Oltre al Vangelo e ai libri di spiritualità e di cultura, secondo le età, le professioni e le attitudini, ci sono nuovi mass media a cui sono interessati fino al fanatismo i giovani, detti abitanti digitali o nativi nel villaggio mediatico. Con questi mezzi ci si sente connessi, dentro una rete, il Web, legati ad una serie di mondi, i più diversificati, incontrollabili, dai quali si possono trarre informazioni ed emozioni. Tutto ciò è utilizzato da ognuno secondo le proprie finalità, e per questo può essere anche strumento di evangelizzazione e di catechesi, di formazione e di costruzione dell’opinione pubblica, aggiungendosi agli strumenti già consolidati e divenuti familiari come la stampa, la radio e la televisione. Sono una grande opportunità. Sono l’Aeròpago dei tempi moderni, già abitato dai filosofi antichi e poi conquistato da Paolo. Chi volesse farne a meno, si priverebbe di mezzi idonei. Sulla comunicazione sociale la Chiesa si è spesa fin dall’invenzione della stampa, e tutt’oggi ha emanato documenti e richiamato l’attenzione con grande insistenza. Con molta modestia e con altrettanta consapevolezza e responsabilità, in occasione del Convegno dei catechisti, e più in generale all’inizio dell’anno pastorale – che coincide felicemente con l’inizio dell’Anno della fede – ci proponiamo come settimanale La Voce, insieme agli altri media regionali, quali strumenti di comunicazione atti a mettere in rete le varie realtà ecclesiali per favorire l’integrazione, le sinergie e la comunione all’interno delle Chiese dell’Umbria, e tra le stesse chiese e realtà pastorali del territorio ponendo le condizioni favorevoli ad una efficace e credibile comunicazione con l’intera società civile. Per La Voce, inoltre, quello che si apre è un anno speciale, il 60° di fondazione, che i vescovi umbri lungo questi decenni dal 1953 in poi, hanno voluto realizzare per favorire la comunione ecclesiale e un’efficace evangelizzazione.

AUTORE: Elio Bromuri