Una voce al di là di ogni sospetto

In questo numero de La Voce i lettori troveranno una nuova firma, quella del vescovo / amministratore apostolico della diocesi di Terni – Narni – Amelia mons. Ernesto Vecchi. I motivi della sua presenza nella nostra regione e la presentazione della sua figura di Pastore sono già stati illustrati nel nostro settimanale (n. 6 del 15 febbraio a pag. 23). In tale occasione vogliamo far notare che ogni settimana un vescovo della regione scrive un articolo per i lettori su un argomento da lui scelto. Nella confusione che domina la nostra società, pubblicare riflessioni, esortazioni, idee, sentimenti che provengono da persone qualificate quali sono i vescovi, al di fuori di ogni sospetto e di ogni interesse demagogico, sia un fatto degno di nota. Nella attuale lotta politica sono moteplici i motivi per dubitare della sincerità di militanti di partito e anche di giornalisti spesso allineati se non servi di qualche potentato economico e finanziario. I Vescovi, in comunione con il Papa e tra loro, non sono servi di nessuno, se non di Gesù Cristo ed hanno perciò a cuore il bene comune e la pace. Essi, come ha detto papa Bergoglio, con frase insolita e ardita, “odorano di pecore”, come il pastore che vive a contatto con il gregge. Talvolta infatti danno voce, con toni forti, ai lamenti e alle critiche della gente contro i privati e i pubblici poteri dominanti denunciando i disagi e i mali della società, urtando anche la suscettibilità di certi amministratori e politici, preoccupati di perdere consenso popolare. I Vescovi non cercano consenso, la loro parola pertanto è più libera, anche se non è lecito giocarla strumentalmente a fini di parte. Le loro parole sono frutto del contatto con la gente e con la parola di Dio. Vale per loro l’immagine di K. Barth del cristiano che ragiona tenendo in una mano il giornale e nell’altra la Bibbia. In questo senso si possono dire a buona ragione “democratici” in quanto a contatto continuo con la popolazione di cui ascoltano richieste di ogni genere, spirituale, morale e materiale. Naturalmente sono uomini e possono avere i difetti propri della fragilità umana in ogni ambito della vita, come tutti. Ma la loro scelta e lo stile di vita cui si sottopongono, nel panorama generale della classe dirigente di una comunità, li pongono certamente ai primi posti “per scienza e coscienza”, come si dice per ogni professione. Tutto ciò in termini puramente umani senza entrare nella dimensione religiosa propria del sacramento dell’Ordine e di quanto comporta sul piano della grazia e del carisma. Questo ambito più specifico della persona e della missione dei Vescovi è una fonte di ispirazione e un punto di vista che risulta capace di mostrare il bene e il male presente nella società, e nello stesso tempo di indicare la strada per un cammino di speranza. Oggi la Chiesa, dopo la fine dell’ultimo “Papa re”, sa come parlare per il bene della società senza cadere nel clericalismo e può suggerire credibili percorsi di sviluppo umano e sociale senza chiedere in cambio nulla, neppure l’adesione alla Chiesa, se non l’agire secondo la buona fede e l’ideale vita buona del Vangelo. La Chiesa non guarda a destra o a sinistra, ma avanti e in alto, e invita soprattutto ognuno a guardarsi dentro, superando lo squallore del turpiloquio e del vaneggiamento di alcuni personaggi che seminano a piene mani disprezzo, discredito, rancori e violenza provocando caparbiamente e ostentatamente la paralisi dell’intera società.

AUTORE: Elio Bromuri