Un’equazione che non torna

In molti di quelli che per piacere o per dovere seguono le trasmissioni televisive o leggono i giornali sorge spesso una domanda (se non sorge, è un brutto segno): “Ma come fanno i politici e alcuni cittadini politicizzati, gente di partito o di lobby legate a interessi particolari, ad arrabbiarsi tanto per certe cose, e come fanno a ingoiarne tranquillamente tante altre senza fiatare? Come ragiona la gente?”.

Questo pensiero mi è saltato in mente ascoltando i resoconti televisivi delle votazioni alla Camera sulla riforma della legge elettorale che boccia le quote rosa. A parte le sceneggiate delle donne in bianco, qualcuno ha visto la faccia di una famosa e illustre parlamentare stagionata che ha dichiarato che si tratta di un fatto gravissimo, una lacerazione, una ferita che non si potrà rimarginare, che rischia di spaccare il partito e di far saltare tutto. Insomma una tragedia nazionale.

Chi ha una qualche resistenza e autonomia personale di pensiero, ricorda che è successo che una madre abbia ucciso tre figli, un marito ha ucciso la moglie, famiglie al 50 per cento in zona povertà, un albanese qui vicino a noi ha dato una coltellata mortale a un marocchino, in Siria sono morte circa un milione di persone per mano di altri siriani e un’alta percentuale è di bambini, nel nostro civilizzato Continente europeo si sta camminando verso la guerra civile tra ucraini indipendentisti che aspirano a essere inseriti appieno nell’Unione europea e ucraini filo-russi che amano la Grande Madre-Padrona. Negli scontri sono morte già più di cento persone.

Se allarghiamo lo sguardo, sappiamo che in Asia ci sono più di un milione di spose bambine che vengono comprate e vendute, assegnate a mariti di ogni età che potrebbero essere i loro padri o nonni. E potremmo procedere. Non dimentichiamo i bambini-soldato. Tanto per far capire la fonte: l’Osservatore Romano di domenica 9 marzo in prima pagina riporta una risoluzione dell’Onu (la n. 2143), una di quelle “grida” internazionali che lasciano il tempo che trovano purtroppo, in cui si citano otto Paesi coinvolti, con il fenomeno costituito da circa 250 mila minori arruolati e sfruttati nei conflitti armati. Si dirà: che c’entra? Se si pensa a tutto non si fa nulla. E poi le donne sono un tema importante Certo.

Quello che si vuol dire è dare importanza alle cose fondamentali: il lavoro, la salute, la povertà, il futuro e l’educazione dei giovani, la cura degli anziani non autosufficienti e soli, i conflitti in Europa e nel mondo, gli immigrati e i senzatetto, la violenza all’interno delle famiglie e nella società. È possibile che le questioni di lana “politica” siano sempre là a impedire di pensare e fare qualcosa di altro e di utile? Se si devono fare le riforme, facciamole cercando accordi a largo raggio senza pregiudizi. In una Nota il card. Maradiaga, presidente della Caritas internazionale, scrive: “Tanti anni fa insegnavo matematica.

Ma ciononostante, un’equazione non mi torna: le 85 persone più ricche del pianeta possiedono quanto la metà della popolazione mondiale messa insieme” (O.R. 12 marzo 2014, p. 8). Forse è il caso di imitare Papa Francesco e fare un ritiro spirituale per rimettere in ordine i pensieri.

AUTORE: Elio Bromuri

1 COMMENT

  1. si tratta delle famose “armi di distrazione di massa”.
    si fa un grande discutere di fatti secondari (anche importanti), pur di non affrontare i problemi reali e dare spazio alle soluzioni (che potrebbero dispiacere ai poteri forti).

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