Ventennale di episcopato di mons. Goretti: celebrazione in cattedrale

Assisi / Processione per la chiusura del Giubileo da S. Maria sopra Minerva alla cattedrale

Dalla chiesa di S. Maria sopra Minerva alla cattedrale di S. Rufino: il corteo processionale ha seguito l’identico itinerario percorso in occasione dell’apertura del Giubileo: dal canto del Magnificat nella chiesa al canto d’ingresso in cattedrale. La vasta navata centrale e quelle laterali si sono rapidamente colmate: un afflusso, senza dubbio, favorito anche dalla concomitante ricorrenza del ventennale di episcopato di mons. Sergio Goretti.Le note dell’inno di accoglienza si sono sparse in una luce soffusa vivacizzata dai rossi petali delle “stelle di Natale”. Intensamente illuminata solo l’area presbiterale nella quale hanno preso posto sacerdoti e religiosi concelebranti, confraternite e componenti del Consiglio pastorale. Si è notata la presenza dei sindaci dei nove comuni della diocesi ed inoltre di rappresentanti istituzionali e civili ad ogni livello. Le tante religiose raggruppate o sparse tra la folla hanno rappresentato evidente esempio di composto e attento coinvolgimento alle scansioni della liturgia che si è protratta fino a tarda sera, coronata poi da un incontro svolto in spirito di semplicità e simpatia presso il centro pastorale Regina Pacis, inaugurato per l’occasione con il comprensibile appagamento del responsabile don Giuseppe Rossetto, titolare della parrocchia di S. Rufino. Nel corso dell’omelia proferita nella cattedrale il vescovo Goretti ha espresso apprezzamento e gratitudine nei confronti di presbiteri, diaconi, seminaristi, collaboratori di curia, vicari generali succedutisi nel tempo – da don Luigi Toppetti a mons. Domenico Bartoletti, mons. Girolamo Giovannini, mons. Vittorio Peri fino all’attuale mons. Orlando Gori – nei confronti dei sacerdoti, compresi quelli, raramente menzionati, che svolgono il loro ministero nelle frazioni più disagiate, soprattutto di montagna, assumendosi spesso il carico di impellenti problemi umani; nei confronti delle famiglie religiose maschili e femminili (per lo più francescane); nei confronti dei componenti dei consigli pastorali, dei soci delle associazioni e dei movimenti, dei catechisti, dei collaboratori della liturgia e della carità, degli insigniti dei ministeri laicali, delle confraternite, di tutta la grande famiglia dei fedeli. Il Vescovo, richiamandosi alla solennità dell’Epifania, ha sottolineato come la missione che la Chiesa è chiamata a svolgere sia estremamente difficile in una fase di incontro-scontro tra modernità e post-modernità. E’ entrata in crisi la stabilità matrimoniale, ha rimarcato mons. Goretti, aggiungendo che viene violata la sacralità della vita umana. La scienza, nella sua pur doverosa e utile ricerca, pensa di dover fare a meno della morale; i mass media non fanno altro che proporre il miraggio di una vita comoda, sfrenata, ricca ed edonistica: così ha asserito lo stesso distinguendo tra chi guarda solo all’economia e all’efficienza e chi, pur provvisto di maggiore sensibilità sociale, mina la società all’interno indebolendola moralmente. Né è sfuggita all’attenzione la litigiosità tra forze politiche, come parimenti la guerra che flagella anche paesi particolarmente cari. Parole di preoccupazione sono state espresse nei confronti di un soggettivismo religioso che vede crescere il numero di quanti si rifugiano in facili sincretismi. Le difficoltà devono accrescere l’entusiasmo per la missione che ci è stata affidata, ha incalzato il Vescovo, dobbiamo imparare a coniugare l’amore per il nostro tempo con l’annuncio coraggioso del Vangelo. Nella memoria di ringraziamento al termine della Messa, mons. Goretti ha ripercorso le principali iniziative assunte dalla diocesi e le vicende che ne hanno caratterizzato la vita durante l’anno giubilare, citando tra l’altro il conferimento dell’iniziazione cristiana a 14 adulti di cui 13 immigrati, il peculiare Giubileo con i fratelli dell’Istituto Serafico, l’inaugurazione di una scuola primaria a Kasumo in Tanzania e la posa della prima pietra per una scuola secondaria agraria, il contributo alla riduzione del debito estero garantito pur nella imprevista e dura precarietà del terremoto. Con commozione il Vescovo ha ricevuto in dono – dopo un breve intervento pronunciato dalla segretaria del Consiglio pastorale – una croce pettorale, segno della missione di conformazione al Cristo, ed il volume Una diocesi e il suo vescovo, scritto e curato da vari autori. Una celebrazione calorosa, sentita, partecipata, ricca di sentimento e di fede: in questi termini si è espresso il vicario mons. Orlando Gori, organizzatore della stessa.

AUTORE: Francesco Frascarelli