Veronica, perfetta nella carità

Proseguono gli incontri culturali e spirituali per l’Anno veronichiano

Nell’ambito delle manifestazioni per l’Anno veronichiano, il 29 maggio, presso il monastero di Santa Veronica, padre Costanzo Cargnoni ha parlato sul tema “La perfezione della carità”. Padre Costanzo ha iniziato dicendo che parlare della perfezione della carità equivale parlare della santità di Veronica. Ha osservato che, mentre leggendo la storia e il percorso interiore di altri santi vi si trova una graduale ascesa spirituale, è difficile, leggendo il diario di santa Veronica, cogliere le sfumature della sua ascesa: in lei si rivela fin dall’inizio la stessa ansia di amore che c’è alla fine. Ha sottolineato poi alcune cose fondamentali che caratterizzano il suo cammino di perfezione, come la sua spiritualità francescana che è essenzialmente spiritualità dell’amore: il desiderio di salvare le anime attraverso l’amore di Cristo. Una sua caratteristica è la semplicità del discorso: dice quello che prova, senza utilizzare scritti come altri mistici. Ricavare una dottrina teologica in lei è una forzatura, Veronica conosce Dio come amore, sommo bene; l’amore per il Crocifisso genera dolore, martirio per la salvezza del mondo. Lei stessa scrive, nel diario che tenne per ben 34 anni: “Avrei voluto convertire il mondo e unirmi a tutti per pregare Dio”. E più oltre: “La mia vita deve essere un continuo ufficio di carità, mezzana tra Dio e i peccatori”. Si rivolge alle foglie, alle piante, alle stelle, invocando di avere altrettante lingue quanto grande è il loro numero per benedire il Signore. Nel 1727 si legge nella conclusione del diario come la Vergine le ricordi di essere figlia del Padre, sposa del Verbo, discepola dello Spirito santo, un affidarsi quindi completo della Santa alla Trinità. Terminata la conversazione di padre Costanzo, la badessa del monastero, madre Caterina, insieme alla madre vicaria, hanno ricordato episodi della vita di Veronica che ne rivelano l’umanità e la carità concreta. Come aver assistito una consorella, che pur le aveva detto di non volerla vedere neanche in punto di morte, per tutta la sua lunga agonia fino alla fine. E come, recatasi poi in chiesa per ringraziare Dio e vedendo intorno a lei una schiera di demoni, si volgesse a questi per dire: “Se venite in tanti contro una donnicciola come me, non siete molto forti”. È stato anche messo in rilievo come l’intensa spiritualità di Veronica non le impedisse di accudire e provvedere scrupolosamente ai necessari lavori pratici, anche quando divenne lei stessa badessa.

AUTORE: E. F.