Veronica, vera icona di Cristo

IL Pontificale, presieduto dal Vescovo, nell’anniversario di morte di santa Veronica Giuliani

Sabato 9 luglio è stato celebrato, come tutti gli anni, il pontificale in occasione dell’anniversario della morte di santa Veronica Giuliani. A 350 anni dalla nascita della santa e in questo 2011, proclamato “Anno veronichiano” dalla Chiesa tifernate, l’atmosfera tra i fedeli che hanno partecipato alle celebrazioni non poteva essere la stessa di sempre: vista la notevolissima affluenza di tanti pellegrini “amici di santa Veronica”, tra i quali anche una delegazione libanese, si sono potuti percepire in pieno l’attaccamento e la devozione che Città di Castello e il mondo hanno verso questa santa.La messa del pomeriggio, accompagnata dalle corali Alboni e Abbatini, è stata presieduta dal vescovo, mons. Domenico Cancian, assieme al clero diocesano e a due vescovi libanesi arrivati in città per l’appuntamento. “294 anni fa, il 9 luglio 1727, a 67 anni – ha detto il Vescovo durante l’omelia – volava in cielo l’anima benedetta della nostra sorella Veronica dopo aver vissuto in questo monastero ben 50 anni di vita claustrale. Voglio ricordarla come una donna che ha fatto esperienza straordinaria di un amore vero, appassionante, totalizzante, a livello umano e divino. Lei ha realizzato quello che è significato nel nome che le è stato dato: Veronica, ossia vera immagine di Cristo crocifisso. Nei 50 anni passati qui – ha affermato il presule – lei ha imparato come vivere per amore e a fare della vita una storia d’amore vero. È sicuramente una maestra che può educare i giovani in modo particolare alla vita buona del Vangelo. Così, la sua testimonianza per noi è esemplare in tre direzioni: questa santa ha sempre mantenuto un rapporto verticale col Signore, perché Veronica intratteneva un dialogo sempre più coinvolgente con Gesù, fino alla conformazione fisica col Crocifisso, attraverso le stimmate. In santa Veronica l’esperienza mistica è convalidata dal percorso ascetico, dalle virtù umane e cristiane che lei stessa ha sviluppato con molta attenzione: pazienza, umiltà, fede, povertà, obbedienza e capacità di affrontare ogni tipo di sofferenza. È qui la sua maturazione umana come donna che ha imparato a rispondere al male col bene, a superare ogni difficoltà con un amore sempre più grande”. Infine il Vescovo ha anche riportato alcuni stralci del diario di Veronica e ha concluso leggendo: “Mentre io pregavo per i bisogni di questa città mi apparve Gesù, tutto grondante di sangue. Ha staccato un braccio dalla croce e mi faceva cenno che io ricorressi alle sue sante piaghe per la salvezza di qualsiasi persona”.

AUTORE: Francesco Orlandini