Viene a noi il Cristo profetizzato

Conferenza del biblista mons. Nazzareno Marconi

Una conferenza, quella tenuta il 12 dicembre da don Nazzareno Marconi, rettore del Seminario di Assisi, che ha riportato all’accurata lettura che i primi cristiani fecero del Vecchio Testamento, trovandovi varie profezie che annunciavano la nascita di Cristo. Sottolineando come i primi cristiani fossero tutti ebrei e il Vecchio Testamento sia il libro condiviso da cristiani ed ebrei. Già nel 750 a. C. il profeta Michea dice che da Betlemme, così piccola, uscirà colui che dovrà essere il dominatore di Israele. Cento anni dopo nacque un re che riuscì ad estendere i territori di Giuda, e “il resto dei suoi fratelli”, come detto nella profezia, raggiunse i figlioli di Israele. Cosa compiutasi per i cristiani nella notte di Betlemme. Un altro riferimento alle profezie del Vecchio Testamento può trovarsi nella tradizione napoletana che vede la capanna, accanto alla quale vi sono alberi verdi e frutti, posta a ridosso di un tempio diroccato: “Il regno di David è crollato, ma sulle sue rovine nasce una nuova speranza”, sono le parole a cui sembra richiamarsi. Il relatore si è poi soffermato sulle figure del bue e dell’asino collocate spesso in primo piano nella capanna, ricordando come il profeta Isaia disse: “Ho nutrito ed esaltato i miei figli ma essi mi hanno disprezzato: il bue conosce il suo padrone e l’asino la greppia del suo signore, ma Israele non mi riconosce”. Dallo stesso profeta, in un particolare momento storico, è detto: “Il re non morirà, ma gli nascerà un figlio; una vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele”. Nei Magi che poniamo accanto al nostro presepe vi è poi il tema della gioia. Il Bambino è adorato dai Magi i cui doni, mirra, oro e incenso, simboleggiano rispettivamente sapienza, sovranità e divinità. La potenza di Dio, ha rilevato il relatore, è affermata continuamente nella Bibbia. E ha ricordato, ancora, come nel libro dei Numeri il mago Balaam, quando sta per buttare il malocchio sul popolo che deve distruggere, ha una visione di Dio e parla del futuro. “Io lo vedo ma non ora”, dice, “una stella che sorge da Giacobbe annuncerà un re a questo popolo”. Al termine della conferenza, seguita con grande interesse, la corale “Marietta Alboni”, diretta dal maestro Marcello Marini, ha eseguito canti della tradizione natalizia. Nel repertorio, tra l’altro, un’Ave Maria di Caccini, della fine del ’500, e una Ninna nanna composta dallo stesso maestro Marini. Moltissimi gli applausi.

AUTORE: E. F.