Vincere nello sport accompagnati dalla fede

Mara Santangelo
Mara Santangelo

Mara Santangelo: una tennista di fama internazionale, un esempio per tanti giovani sportivi, una testimone dell’amore materno della Vergine Maria per tutti. La giovane di Cavalese iniziò a collezionare successi sportivi fin da adolescente promettendo alla mamma di realizzare il loro sogno: raggiungere il campo di Wimbledon. L’improvvisa nascita al cielo della sua mamma non ha arrestato il suo desiderio di mantenere la promessa. Tanti allenamenti nella Val di Fiemme ma un rapporto quasi inesistente con Dio “Mi rivolgevo a Lui solo nel momento del bisogno e quando la mia mamma è mancata, ho avuto una forte ribellione verso la fede”.

La sua brillante carriera sportiva, 9 tornei vinti in singolo e 23 tornei vinti in doppio, è tuttavia accompagnata da anni di sopportazione per una rara malformazione del sesamoide che le provoca dolore tanto da non poter terminare l’ambitissimo torneo di Wimbledon nel 2007. Pur avendo raggiunto le vette del tennis e ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dal Presidente Napolitano, questa sconfitta pone Mara Santangelo di fronte ai suoi limiti. La sua cara mamma non è con lei a proteggerla dai giudizi dei media internazionali e si avvicina per lei la difficile scelta di lasciare il Tennis. Poco prima Mara intraprende un pellegrinaggio a Medjugorie dove, sorprendendo tanti, inizia un cammino spirituale. Ora la tennista, attraverso gli occhi della fede, vede il suo intervento al piede “con occhi diversi perché rientra nel grande disegno del Signore”. “Pensate che in quei giorni ero la numero 27 nella classifica mondiale – continua Mara – ma nulla avviene a caso ed io oggi riesco a ringraziare il mio dolore e le mie sofferenze: mi hanno permesso di essere quella che oggi sono, di arrivare al Signore con il cuore aperto”.

Nel suo libro Te lo prometto racconta che il viaggio a Medjugorie l’ha aiutata a conoscere meglio la Madonna. Le chiediamo con quali sentimenti oggi si rivolge a Maria. “Ho gratitudine verso la Madonna anche perché a Medjugorie c’è stato il ricongiungimento con la mia mamma che era devota all’apparizione di Fatima. A Medjugorie ho avuto il miracolo della conversione del mio cuore oltre ad aver conosciuto persone miracolate anche nel fisico. In quella terra chi va con umiltà e con il cuore aperto – ribadisce la campionessa – non può non avvertire qualcosa di straordinario poiché le apparizioni avvengono”. Proponendo la celebre frase di san Paolo che dice ai Filippesi “…corriamo verso la meta” la giovane atleta non esita a risponderci che la meta più importante è quella di fortificarsi nella fede e che intende continuare questo percorso senza darlo per scontato. Di conseguenza, nel chiederle qual è la vittoria più grande nella sua carriera, ci risponde sicura: “Avere incontrato il Signore che mi ha reso realmente felice nonostante le difficoltà”. Mara ha soli 33 anni, perciò le chiediamo un suggerimento per tutti quei giovani umbri che, molto impegnati a livello agonistico in diverse discipline, rischiano di disallenarsi nella formazione spirituale. “Consiglio di coltivare sia lo sport che il tempo per la preghiera; molti pensano a quale grande sforzo sia la preghiera, ma è importante anche solo una preghiera al giorno e vivere il Vangelo con serenità”.

AUTORE: Giuseppe Scarlato

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