Vivere da laici nella Chiesa e da cristiani nel mondo

Convegno nazionale assistenti Ac

Dal 17 al 20 febbraio si è tenuto a Roma, alla Domus Pacis, il convegno nazionale degli assistenti di Ac, sul tema: “Fare nuova l’Ac in parrocchia”. Si è trattato di un appuntamento che, sia per il numero dei partecipanti, sia per la ricchezza degli spunti di riflessione offerti, ha manifestato come il processo di rinnovamento dell’Ac stia dando i suoi primi frutti. Due sono state le domande di fondo che hanno provocato l’assemblea: quale apporto può offrire l’AC per rinnovare oggi il volto della parrocchia in senso più accentuatamente missionario? Che cosa ci guadagna la parrocchia con l’Ac? Al primo interrogativo ha risposto mons. Giuseppe Betori, Segretario generale della Cei, il quale ha tenuto a sottolineare che l’opera di “conversione missionaria” della parrocchia non domanda “un qualsiasi uscire fuori dai luoghi e dalle consuetudini pastorali, alla ricerca di una qualsiasi novità”, ma richiede di “saper captare lo spirito del tempo per entrarci in dialogo e provocarlo con la forza del Vangelo”. Al secondo interrogativo ha risposto Paola Bignardi, Presidente nazionale dell’Ac, osservando che la parrocchia, al cui rinnovamento missionario l’Associazione vuole contribuire, “è una parrocchia che fa la scelta preferenziale degli adulti, che ha bisogno di operatori pastorali ma preferisce dei testimoni e dei laici maturi, capaci di spendere la maturità della loro fede dove la comunità con le sue strutture non può giungere”. La riflessione assembleare è stata arricchita dal messaggio che Giovanni Paolo II ha consegnato a Paola Bignardi al termine dell’udienza generale di mercoledì 19 febbraio. In esso il Papa raccomanda agli assistenti della più antica aggregazione laicale italiana di sostenere l’esperienza associativa dell’Ac, nella quale è possibile trovare “non solo un valido e motivato sostegno missionario, ma una vicinanza e amicizia spirituale, insieme alla ricchezza che proviene dalla condivisione dei doni spirituali d’ogni componente della comunità”. Nell’invitare l’Ac a sostenere, con la “fantasia della santità”, il processo di rinnovamento missionario della parrocchia, Giovanni Paolo II ha tracciato il profilo della comunità parrocchiale, riconoscendo in essa la “casa della comunità cristiana”, dove si apprende a “fare Chiesa”, la “scuola della santità”, dove si impara a “stringersi attorno a Cristo”, il “laboratorio della fede”, dove si cresce nella “intelligenza della fede”, la “palestra della formazione”, dove si vive l’esperienza della “conversione missionaria della pastorale”. La ricerca della “misura alta” della santità rappresenta, a giudizio di Giovanni Paolo II, la “scelta strategica” che l’Ac è chiamata a compiere al fine di realizzare la “mossa tattica” del rinnovamento dell’Associazione all’interno della parrocchia. Si tratta di un processo che domanda di essere condotto alla stessa stregua dello scriba di evangelica memoria il quale, una volta divenuto “discepolo del Regno”, “è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt. 13,52). Di tale “estrazione” sorprende l’ordine: prima il nuovo e poi l’antico! Di norma da un tesoro si estraggono cose antiche! Applicando tale criterio al cammino di rinnovamento in atto nell’Ac, viene da chiedersi quali siano le “cose nuove” e le “cose antiche” che l’Associazione di Ac è chiamata a estrarre dal “tesoro” della sua tradizione, anzi, della sua passione ecclesiale. a) “Cose nuove”: – eseguire la “base musicale” del servizio, che comporta la grave responsabilità di “fare Chiesa”, aiutando la parrocchia ad essere non la “somma”, ma la “sintesi” delle varie realtà in essa presenti; – promuovere il processo di “conversione missionaria della pastorale”, impegnandosi in prima linea a vivere l’avventura della “nuova evangelizzazione”. b) “Cose antiche”: – ravvivare la stretta collaborazione con la gerarchia non certo in termini di “dipendenza” o, al contrario, di “indipendenza”, ma in termini di “convergenza”; – sostenere esemplarmente il cammino formativo dei soci, definendone chiaramente l’obiettivo, così delineato da PaoloVI: “vivere da laici nella Chiesa e da cristiani nel mondo”.

AUTORE: Gualtiero Sigismondi