22 giugno 1944: una ferita ancora oggi sanguinante

Come ogni anno la città si ferma per ricordare l'eccidio nazista

Come avviene puntualmente da cinquantanove anni, Gubbio domenica si ferma per piangere, meditare, riflettere sulla tragedia consumatasi in quel drammatico 22 giugno 1944: quaranta cittadini innocenti furono fucilati per rappresaglia dalle truppe tedesche. Giovani e giovanissimi, padri di famiglia, fratelli, due donne (madre e figlia) pagarono con il loro sacrificio un tributo di sangue alla barbarie dell’odio e della guerra. Quaranta persone: era stata la risposta spietata a quanto accaduto due giorni prima in un Bar centrale di Corso Garibaldi (attualmente c’è un negozio di abbigliamento) dove era stato colpito a morte un ufficiale medico tedesco ed un secondo gravemente ferito. Riuscì a trascinarsi fino all’Hotel S.Marco, sede del comando: allarme e rastrellamenti furono quasi contemporanei da parte delle truppe che pure stavano accingendosi a partire.

Invano il vescovo del tempo, il compianto mons. Beniamino Ubaldi, provò ad invocare clemenza prima sforzandosi di far ricadere ogni responsabilità su fuoriusciti slavi, quindi spingendosi fino al punto di offrire la propria vita in cambio di quella degli ostaggi, nel frattempo ammassati presso l’edificio scolastico di via Perugina.

Pagine drammatiche, ma ricche di grandissima umanità ricostruite sia da mons. Pietro Bottaccioli nel libro Mons. Beniamino Ubaldi: un vescovo tra due età, sia da Antonio Marionni nel suo libro Il miele della vita. Il prof. Marionni, all’epoca studente in seminario, era stato presente ai colloqui tra mons. Ubaldi ed il comandante tedesco quale interprete. Conosceva infatti bene il tedesco. Una ferita ancora oggi sanguinante, una pagina secondo alcuni da leggere in tutti i suoi risvolti. Procedura ormai difficile visto che, di recente, il Procuratore Militare Intellisano ha deciso di archiviare il fascicolo sui ‘quaranta martiri’, rinvenuto tra quelli finiti nei sotterranei di palazzo Cesi, a Roma. Resta il cordoglio di una città che si ritrova presso il Mausoleo (realizzato su progetto dell’arch. Fringuelli) che dei ‘martiri’ custodisce spoglie e memoria. Si incomincia con la conferenza sui temi della pace di Margherita Raveraira in programma al Centro Servizi S. Spirito alle ore 17 di sabato 21 giugno: alla sera veglia di preghiera (ore 21) presso il mausoleo. Domenica 22 messe alle 6.30, ora della strage, celebrata dal vescovo mons. Pietro Bottaccioli, le altre alle 7.15,8,9,10,11,18; alle ore 9.30 cerimonia ufficiale con partenza da piazza 40 Martiri delle autorità e del Gonfalone della città, deposito corona di alloro.

AUTORE: Giampiero Bedini