Nell’80° anniversario dalla Liberazione, il 25 aprile 1945, la celebrazione istituzionale a Perugia è iniziata al civico Cimitero con la deposizione delle corone di alloro al sacello dei Caduti e sulle tombe delle medaglie d’oro della Resistenza.
Subito dopo le cerimonie sono continuate a Borgo XX Giugno con la commemorazione in ricordo dei patrioti fucilati dai nazifascisti, tra essi quelli nominati sulla lapide che si trova all’ingresso del Poligono di tiro.
Sul palco sono intervenuti Amedeo Zupi rappresentante del Comitato provinciale di Perugia dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e la sindaca Vittoria Ferdinandi. Entrambi in questo 80° anniversario del 25 Aprile, hanno ricordato il sacrificio dei tanti uomini e donne che pagarono con la vita la liberazione dalla guerra e dal giogo nazifascista.
Zupi ha citato Papa Francesco dicendo che “un uomo vestito di bianco fino all’ultimo suo giorno ci ha sempre messo davanti alla parola Pace, quell’uomo vestito di bianco ci ha detto che ogni guerra è sempre una sconfitta, e soprattutto le giovani generazioni devono fare tesoro dei fondamenti citati dalla Costituzione italiana che richiamano al vivere civile e all’uguaglianza”.
Anche la sindaca Ferdinandi ha voluto ricordare il Santo Padre, il suo impegno per la Pace tra i popoli, l’accoglienza dei migranti e l’aiuto ai più deboli, senza distinzioni di razza o appartenenza. Gli stessi valori, ha detto, che sono parte fondante della nostra Carta costituzionale.
Tante le persone, i cittadini che hanno voluto essere presenti a questa celebrazione del 25 Aprile, dai giovanissimi, ai ragazzi universitari fino agli anziani, tutti sono stati attenti e partecipi alla cerimonia sottolineando con continui applausi il ricordo dedicato al Papa e quello rivolto ai martiri della libertà, anche attraverso la citazione di lettere private lette da Vittoria Ferdinandi, scritti inviati ai propri cari prima delle fucilazioni.
Le celebrazioni hanno avuto la loro conclusione presso l’Ara Pacis in via Masi, in memoria di tutti i caduti in guerra.
Anna Maria Angelelli



