A cosa serve celebrare la Giornata per la vita?

Le famiglie si sono ritrovate in cattedrale con il Vescovo

A febbraio si celebrano, proprio all’inizio, la giornata della vita e successivamente quella del malato. C’è stata anche la giornata dei malati di lebbra e quella dei religiosi che hanno consacrato la loro vita a Dio e ai fratelli, specialmente ai più deboli poveri e sofferenti. E’ un unico grande tema, quello dell’amore a Dio e ai fratelli. Ci sono state e ci saranno quindi delle manifestazioni e celebrazioni per porre in evidenza davanti all’opinione pubblica i temi e i valori che propone il cristianesimo. Per questo, ad esempio, è stata fatta una specie di marcia con canti lungo corso Vannucci di famiglie che hanno sfilato fino alla cattedrale dove è stata celebrata l’eucaristia presieduta dall’Arcivescovo. E proprio mons. Chiaretti ha espresso nell’omelia dubbi e riserve su tali giornate e manifestazioni: “Mi viene il dubbio – ha detto – se valga la pena celebrare questa e altre simili giornate, per la vita, per la famiglia, per gli ammalati, per la pace e simili, visto che non hanno alcuna incidenza nell’opinione pubblica”. Mons. Chiaretti sente attorno a sé l’indifferenza dei molti e sente, in quell’occasione particolare della giornata della vita, che l’Umbria è e rimane la regione con il più alto tasso di abortività, e chi si pone in posizione contraria, come fanno il Papa, i vescovi e i cristiani autentici, viene accusato “di aver detto male dei miti moderni o magari di aver offeso la donna e i suoi sacrosanti diritti di libertà”. Veramente accorata l’omelia di mons. Chiaretti che passa poi a descrivere la perversione psicologica di coloro che sembrano più attenti e affezionati agli animali che ai bambini. Poi, però, guardando la gente che ha davanti, una grande assemblea di credenti, si ricompone nella speranza e chiama il suo popolo il “popolo della vita”, un popolo deciso a difendere, sostenere, amare la vita e a “ri-conoscere” il mistero che essa racchiude.