A fianco della popolazione

La testimonianza di due volontari umbri arrivati al campo Caritas

Maurizio e Luca sono in Abruzzo al campo Caritas dell’Umbria. Sono partiti con il primo gruppo di dieci volontari per ‘stare accanto alla gente’, come fecero le Caritas delle diocesi italiane quando il terremoto colpì la nostra terra. Lasciamo a loro di raccontarci il valore di questa esperienza. ‘Abbiamo deciso di vivere nel campo ‘ spiega don Marco Gasparri, a capo del gruppo di volontari ‘ per condividere la vita di questa gente e testimoniare la nostra vicinanza’. Il 13 aprile la Caritas della regione Umbria ha iniziato la propria opera di servizio nelle terre colpite dal terremoto del 6 aprile. In questi primi momenti il lavoro richiesto a noi volontari risente ancora molto dell’emergenza, per cui ci si adatta nello svolgere i servizi più diversi e necessari per contribuire senza intralcio alle operazioni di sistemazione dei campi per gli sfollati e le varie problematiche che scaturiscono nell’approvvigionamento dei beni materiali, dai viveri agli indumenti. Il progetto più importante però che fin dai primi istanti la Caritas si è proposta è quello di affiancare le popolazioni nel difficile ritorno alle normali attività quotidiane una volta che l’emergenza sarà terminata e, probabilmente, le luci dei riflettori dei media si saranno spente. Infatti, sin dai primi giorni di lavoro si è data particolare attenzione alla conoscenza delle realtà parrocchiali e degli abitanti per capire le situazioni con cui ci troveremo in contatto e le eventuali necessità che ci troveremo a dover soddisfare. Questo aspetto è stato particolarmente sottolineato nelle riunioni precedenti la partenza dei primi volontari. È l’elemento che deve caratterizzare l’opera di carità cristiana, iniziata in questi giorni e che deve crescere con il passare del tempo, per condividere il cammino di ritorno alla normalità delle popolazioni tragicamente colpite dal terremoto. Maurizio MaggiorelliMercoledì 15 sono arrivati i primi 12 volontari. Sono iniziati subito i contatti con la gente nelle tendopoli e le attività di animazione dei bambini. Sabato 25 è prevista la partenza di altri due nostri volontari. La scelta dei Vescovi umbri è stata quella di muoversi in maniera unitaria, come in ambito Caritas si sta facendo’on sempre più convinzione dal terremoto del 1997 in avanti.”idea’he è maturata è stata quella di dare vita ad un campo di volontari che stessero in mezzo alla gente in modo semplice e discreto, lontano dai clamori mediatici (questo chiedeva sin dalle prime ore dell’emergenza anche Caritas italiana),’ondividendo la vita disagiata della tenda e mettendosi in ascolto dei bisogni, non solo materiali. Si è pensato subito ad un campo con uno stile educativo per le persone che vi fossero passate, sulla scia dell’esperienza di Case Basse di Nocera Umbra all’indomani del terremoto del 1997: educazione alla gratuità e alla sobrietà evangeliche, ad una vita che privilegi la qualità delle relazioni interpersonali. Come insegnano Nocera e le Case della carità in Umbria e in Kosovo, il servizio a chi è nel bisogno può diventare un’occasione preziosa di crescita personale e comunitaria. I volontari la mattina in cui sono arrivati hanno trovato don Ramon, il parroco di Pile, pronto con due ruspe e un bel gruppo di parrocchiani desiderosi di dare una mano per sistemare l’area dove verranno piantate le tende. I turni, almeno nei primi due mesi, saranno di una settimana (da sabato a sabato) e la presenza al campo sarà tra le 10 e le 15 persone, un numero non elevato che aiuti questa nuova realtà ad acquisire un’identità e uno stile ben definiti. L’intenzione poi è quella di aprire durante l’estate il campo ai gruppi di giovani. In ogni diocesi si è costituito un gruppo operativo che, insieme al direttore Caritas, faccia da tramite con il campo, con il livello organizzativo regionale e con tutti coloro che sono interessati all’esperienza di servizio in Abruzzo. Il denaro raccolto nelle diocesi umbre attraverso la colletta di domenica 19 verrà utilizzato, in accordo con il direttore di Caritas italiana, direttamente dal nostro campo a L’Aquila per i bisogni che emergeranno, condividendo la vita delle persone e delle comunità colpite dal terremoto.

AUTORE: Luca Uccellani