Abat jour – L’Alce Nero

Don Angelo Fanucci
Don Angelo Fanucci

Non li conoscevo, li ho conosciuti con immenso piacere. Parlo dei figli di Gino Girolomoni, il fondatore della mitica cooperativa agricola “L’Alce Nero”.
Alce Nero fu un pellerossa (1863-1950) che divenne un valente uomo di medicina e un cattolico fervente. A 12 anni, nel 1876, partecipò (come poté) alla battaglia del Little Bighorn, dove i Sioux di Toro Seduto rifilarono una memorabile batosta ai soldati Usa comandati dal gen. Custer. Nel 1887 si aggregò al circo di Buffalo Bill, il Wild West Show, ma se ne distaccò presto, a Londra, quando il mitico cowboy accettò, come un guappo qualsiasi, di fare i suoi giochini davanti alla regina Vittoria, per festeggiare il 50° del suo interminabile regno. Convertitosi al cattolicesimo a quarant’anni, da allora fu catechista infaticabile e al tempo stesso sciamano doc, fedele al tempo stesso a Cristo e alla propria cultura di provenienza.
A lui Gino Girolomoni volle ispirarsi per la sua cooperativa agricola di Montebello, comune di Isola del Piano, zona di Fossombrone. “Cooperativa agricola Alce Nero”: rispetto della terra e fedeltà alla terra, rispetto di Dio e fedeltà a Dio in Cristo. Fra l’altro Gino, fisico, barba, portamento e spiritualità del grande patriarca, era un appassionato di viaggi in Terra Santa, alla ricerca delle tracce del Signore; se riusciva a mettere insieme quattro soldi, tornava ancora e sempre laggiù. Carezzava le spighe, guardava le pecore negli occhi. Diceva cose di estrema saggezza come se parlasse di quisquilie quotidiane. Ma sapeva anche come si fa l’imprenditore in agricoltura: già in quegli anni ’70 l’Alce Nero dava da mangiare a 40 famiglie.
Me lo fece conoscere, verso la metà degli anni ’70, Sergio Quinzio, che mi considerava un amico e mi accoglieva sempre con grande cordialità. Quinzio, biblista anomalo e scrittore eccellente, abitava anche lui poco lontano, in un’altra frazione di Isola del Piano, Ponte degli Alberi. E pur facendo tutt’altro mestiere, ammirava senza riserve quel contadino che aveva la barba rossiccia e folta come la sua.
Fu una domenica memorabile quella trascorsa a Montebello. Per me fu la prima occasione per capire quale abisso di contenuti e quale distanza di prassi comporta la variante, solo apparentemente minima, che gli esegeti del libro del Genesi ci hanno suggerito e la Chiesa di Papa Francesco ha fatto propria: da “Crescete, moltiplicatevi e dominate la terra” a “Crescete, moltiplicatevi e custodite la terra”.
Ma è vero che il 64% delle acque che scorrono nel nostro sottosuolo non è acqua pura, ma acqua inquinata. Inquinata poco, o molto, o moltissimo? Certo è che non è solo acqua. E nel mondo il saccheggio della Terra ha prodotto guasti ben peggiori di quelli prodotti in Italia.
Hanno chiesto a Maria, la figlia di Gino: “Riuscirete a salvare il mondo?”. Ha risposto: “Speriamo di mettere un pizzico di coscienza in quelli che stanno tentando di distruggerlo”.

AUTORE: Angelo M. Fanucci