Adolescenti in crisi d’identità

Una riflessione dello psicologo tifernate Buttarini, esperto in dinamiche dello sviluppo e criminologia

Dopo i fatti di cronaca che hanno riguardato alcuni giovani altotiberini, ci pare opportuno riflettere ancora sul disagio giovanile nella società in cui viviamo. Quali sono le cause che inducono i giovani di oggi, soprattutto i teenager, a compiere atti offensivi e pericolosi ad altre persone o a loro stessi? Sta crescendo un disinteresse verso la persona? Abbiamo domandato un parere allo psicologo tifernate Massimo Buttarini, che si è spesso interessato di dinamiche dello sviluppo e di criminologia civile, penale e minorile, pubblicando alcuni saggi e anche molti articoli sul sito www.psicologi-italia.it. Francesco OrlandiniNella nostra società sembrerebbe di vedere che il principio di piacere e di divertirsi sia spinto all’eccesso e che questo prevalga sul dovere di assumersi delle responsabilità. Stiamo assistendo ad una dinamica di “appropriazione” secondo la quale possiamo ottenere tutto ciò che vogliamo. E questo nei bambini può anche essere accettato in parte, ma in realtà, fin dall’infanzia, e gradualmente, dovremmo educare i bambini somministrando delle piccole frustrazioni per abituarli al principio di realtà, dove non tutto ciò che vogliamo è ottenibile. Nei casi clinici, invece, lo psicopatico o erotomane può essere posseduto anche da un delirio che lo potrebbe portare a percepire il no dell’altro come un sì. Pertanto, se un malato di questo tipo volesse ottenere il proprio oggetto del desiderio, diventerebbe molto difficile fargli cambiare idea. Tornando al caso di cronaca, che ha coinvolto la nostra città, parliamo di adolescenti, e tutto diventa più complesso perché intervengono svariati fattori. Ipotizzando che la violenza di gruppo ci sia stata, dovremmo tenere in mente almeno il fatto che potrebbe aver avuto un forte gioco il gruppo e la relazione tra i giovani dello stesso: perché ad esempio in un gruppo di adolescenti c’è sempre una personalità dominante. E i ragazzi, spesso, sono “inghiottiti” dalle personalità che spiccano, anche solo per protezione e per delegare le decisioni ad un altro; un fatto, quest’ultimo, tipico di molti individui che arrivano quasi a depersonalizzarsi per affidare tutte le decisioni e le responsabilità ad una guida. È lo stesso meccanismo che può instaurarsi nelle dittature. In casi di cronaca di questo tipo, però, come probabilmente avvenne anche nell’uccisione della suora a Chiavenna, forse la triade del gruppo è diventata un organismo che agisce autonomamente e ciò porta all’impossibilità di avere dei freni inibitori. Inoltre, nella fase evolutiva adolescenziale, come tutti sanno, il fattore imitativo e il fatto di dover essere accettati dagli altri sono questioni molto importanti.

AUTORE: Massimo Buttarini