Africa assetata di Risurrezione

St-John-Korogocho-JuneAfrica assetata di Risurrezione: è la parola giusta! La sete non è un complemento, è una necessità impellente; se non la soddisfi, ti stende. La sete in Africa è a livello fisico, acqua naturale che fa fiorire il deserto, assicura le patate e il granoturco per il cibo, le pasture per gli armenti. Non basta! Sete inestinguibile di relazioni amichevoli che generano solidarietà.

Tanti fuggono dall’Africa perché hanno perduto la speranza sia dell’acqua naturale che delle relazioni costruttive. Vedono instabilità, guerre di religioni e tribali, costantemente risorgenti. Siamo cresciuti tanto in fraternità attraverso il lavoro delle Chiese! Eppure in un Continente con un miliardo e 200 mila persone, di invasati di tribalismo, soprattutto tra i politici, ne trovi a iosa! Si assicurano voti con la promessa di schiacciare “il nemico” più che con l’impegno per scuole, ospedali, acqua potabile.

Sete di Dio, del contatto con il Mistico che respiri nelle foreste, nei deserti, nel cielo stellato che ti avvolge, nelle montagne incappucciate di nuvole, nelle storie delle origini delle tribù. Un Continente traboccante di Dio e di mistero, assetato di liberazione dal male. La Settimana santa ci aiuti a procurarci l’acqua, o meglio le acque di cui abbiamo bisogno…

Acque della Settimana santa

L’acqua naturale: la lunga estate da dicembre a marzo asciuga non solo l’acqua dei ruscelli ma anche il sudore. Con la luna nuova della Settimana santa arriva la desideratissima stagione delle piogge. L’acqua del battesimo del Sabato santo è acqua ‘nuova’.

Domenica delle Palme: l’acqua della sete pubblica di Dio . Noi africani non siamo figli dell’Illuminismo europeo che rinchiude Dio in sacrestia, per le anime in pena e credulone. Qui Dio è al centro della vita personale e pub- blica. Tutti i nostri inni nazionali sono preghiere, e promesse di collaborazione per costruire la nazione. La processione pubblica delle Palme per le vie principali è un formale riconoscimento di Gesù come costruttore e garante della vita sociale. Le palme vengono agitate con entusiasmo come bandiere.

Via crucis: l’acqua delle sofferenza

Spesso nella sofferenza siamo soli, ma non nella Via crucis del Venerdì santo. In ogni angolo del Kenya, dove c’è una comunità cristiana, la Via crucis si snoda solenne e partecipata dalle 9 all’una. Tutti seguono la croce, senza riguardo per la religione, favoriti anche dal giorno non lavorativo. Le stazioni non sono fittizie ma vere. Si sosta dove c’è sofferenza e lacrime: può essere la famiglia con un malato grave, un centro per persone disabili, un dispensario, un ospedale, le carceri, dove è morto qualcuno. La sofferenza è permeata dalla speranza e consolata dalla fraternità.

La notte di Pasqua: l’acqua della fraternità

Tanti battesimi! I nuovi membri vengono gioiosamente accolti dalla comunità cristiana. Almeno per un po’ cadono le barriere tribali e l’ostilità. Si celebra la nuova fraternità basata sulla fede e sull’unico sangue di Cristo. I poveri non vengono dimenticati, si va in chiesa con un dono per loro, consegnato all’offertorio. La mattina di Pasqua c’è profumo di nuova umanità.

 

(Padre Pierli, 73 anni, è stato superiore generale (1985-1991) dei missionari Comboniani. Ha fatto 29 anni di missione in Africa, tra cui 6 in Uganda e 23 in Kenya, dove si trova attualmente. È professore al Tangaza College di Nairobi, Kenya, dove ha fondato l’“Institute for Social Ministry” che forma laici e preti africani ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa.)

AUTORE: Padre Francesco Pierli