Age quod agis

Celeberrimo. L’abbiamo trovato in tutte le scuole di ascetica, ce l’hanno riproposto in tutti i corsi di esercizi spirituali, parroci e catechisti l’hanno reso masticabile per i denti da latte. Age quod agis. Fa’ bene quello che fai. C’è chi ha centrato tutta la sua vita spirituale su questo adagio, con risultati di assoluta eccellenza. Teresa Martin fu una mitissima ragazza ferocemente determinata a mantenersi fedele non solo e non tanto allo spirito, quanto agli iota e agli apici delle regola carmelitana. ‘Santa Teresina’ è un soprannome; quel diminutivo riesci ancora ad usarlo solo se, guardando la sua foto, ti sei lasciato sfuggire quella ‘mascella volitiva’, squadrata, perentoria come e più di quella del Duce. Commento al Vangelo a cura di mons. Vincenzo Paglia vescovo di Terni – Narni – Amelia Il mio don Lorenzo, parroco di Scheggia, un prete santo e musicalmente intonato come una campana fessa, ha insegnato a noi scheggiaioli di allora una moltitudine incredibile di canti. Tra questi, accanto a quello in onore di san Giuseppe (Te Joseph cèlebrent àgmina coelitum’), quello in onore di santa Teresa del Bambin Gesù, un’orgia di sviolinate: Salve o giglio del Carmelo, // dolce, amabile Teresa, // rendi vago il voto anelo:// Su nostr’alme bisognose // piovi candide le rose dei tesori del Signor (bis); ad onta della nostra devozione, quel bis in coda rendeva insopportabilmente dolciastra la melassa sentimentale del canto. In un contesto sentimentale solo in superficie, drammatico, a volte tragico nella sua sostanza, santa Teresa del Bambin Gesù ha realizzato la sua santità dell’age quod agis. E’, in versione meno intensa ma pur sempre incisiva, la santità ordinaria, quella che impregna silenziosa e onnipresente il nostro mondo superficiale e caciarone. Milioni, miliardi di persone anonime onorano Dio nel silenzio dell’age quod agis. Fanno bene quello che stanno facendo. Age quod agis. Un grande faro morale. La cui luce può però venire, a volte, equivocata. A volte, in particolari momenti. Ad esempio nel periodo che va dal conseguimento del diploma di scuola media superiore alla scelta della facoltà universitaria. Cioè? Pardon. Un profondo respiro mattutino, quando l’afa è ancora tollerabile, e sono da voi.