Alessandro: “Diventare prete? Il dono più grande”

Domenica 3 ottobre Alessandro Fortunati diventerà prete. Per anni è stato impegnato nell'Azione cattolica, soprattutto nella 'cura' dei bambini

La nostra diocesi si prepara a celebrare l’ordinazione di un nuovo sacerdote, don Alessandro Fortunati (nella foto in occasione dell’ordinazione diaconale, con il vescovo Grandoni). Molti di noi che lo conoscono da tanti anni, perché Alessandro è stato sempre molto impegnato nella famiglia dell’Azione cattolica diocesana, vivono questo momento con grande gioia, perché un figlio di questa Chiesa realizza la sua vocazione. Tantissimi laici adulti, giovani e anche bambini, che don Alessandro conosce per aver partecipato ai campi diocesani di Ac, parteciperanno domenica 3 ottobre alla sua ordinazione sacerdotale. Abbiamo sentito don Alessandro e gli abbiamo rivolto alcune domande. Come stai vivendo questo periodo importante della tua vita? “La mia preparazione è stata lunga (sono entrato in Seminario nel 1998), ma il tempo è trascorso velocemente; mi sto rendendo conto di essere più ‘impreparato’ del previsto, sento infatti che sto ricevendo un dono molto più grande delle aspettative e confesso di avere un po’ di paura, ma sono sorretto da una grande fiducia in Dio e nei fratelli. Molti si stanno preparando con me: la mia famiglia, la parrocchia, la diocesi, il seminario e tutti coloro che si uniscono a me nella preghiera”. Cosa rappresenta per te il sacerdozio? “Ancora non sono sacerdote, anche se manca solo qualche giorno e vi posso parlare del sacerdozio ancora da “osservatore esterno”: la realtà che vivrò sarà per me del tutto nuova… Cercherò di accoglierla come un dono. Mi sono di stimolo e di incoraggiamento tanti miei (ormai) confratelli che vivono con gioia e responsabilità il loro ministero”. Quali pensi che saranno i tuoi impegni come sacerdote? “So solo che continuerò gli studi di Storia della Chiesa presso l’Università Gregoriana a Roma e che nel tempo restante continuerò ad impegnarmi nella Pastorale giovanile e vocazionale”. C’è qualcuno a cui vorresti dire “Grazie”? “Certamente sono molte le persone che vorrei ringraziare, ma, per non lasciare nessuno, lo farò per “famiglie”. Innanzitutto ringrazio e benedico la mia famiglia vera e propria che mi ha sempre seguito con trepidazione e discrezione, poi la grande famiglia diocesana con il Vescovo (mons. Grandoni, prima, e ora mons. Scanavino), i preti, i diaconi, i religiosi e le religiose e, in essa, la mia parrocchia e l’Azione cattolica. Non devo dimenticare anche l’esperienza bellissima della missione diocesana di Fusche-Arres in Albania, che ho visitato diverse volte e che tanto ha significato nella mia formazione umana e spirituale. Infine desidero ricordare la famiglia del Seminario regionale di Assisi, formatori e seminaristi, che mi ha insegnato che “non si può essere apostoli se prima non si è discepoli”.

AUTORE: Francesca Carnevalini