Alzheimer: il lato oscuro dell’invecchiamento

Sono più che in altre regioni i malati che beneficiano del farmaco che ritarda l'aggravamento

Siamo i più vecchi d’Italia, non solo perché nella nostra regione nascono pochi bambini ma anche perché, e questo è positivo, sembra che si vive meglio, ci si cura meglio e così si arriva ad essere ultra sessantacinquenni ed anche ultraottantenni. Così la giornata mondiale voluta per far conoscere alla gente una terribile malattia come l’Alzheimer, diventa anche occasione per affrontare il tema dell’invecchiamento e di come la società, le comunità locali e nazionali devono organizzarsi per rispondere ai bisogni degli anziani. La malattia di Alzheimer è la forma più frequente di demenza e colpisce il 4-10% della popolazione oltre i sessantacinque anni. E’ stata da alcuni definita “l’epidemia silente’ degli anni 2000 perché è “esplosa” con il diffondersi delle migliori condizioni di vita che hanno portato all’allungarsi della durata media vita. In Umbria, regione che ha oltre il 20% di ultrasessantacinquenni, è stata fondata nel 1997 l’Associazione malati Alzheimer e Telefono Alzheimer – Umbria (Amata Umbria), formata da familiari, operatori, volontari e persone sensibili al problema dei malati e delle loro famiglie. Una delle attività principali dell’associazione è proprio quello di essere vicini alle famiglie in cui vive il malato di Alzheimer. Sabato 21 in piazza Italia, a Perugia, Amata Umbria sarà a disposizione per informare su questa malattia. Annalisa Longo, medico geriatra presso il Policlinico di Perugia, è una delle fondatrici dell’associazione. “Queste persone richiedono una assistenza continua giorno e notte e la famiglia spesso ne esce distrutta. Sono sopratutto le donne a subirne il peso visto che tradizionalmente sono loro a prendersi cura di chi ha bisogno”. Il malato di Alzheimer “ha le gambe per camminare ma non ha la testa per decidere dove andare” e ciò costringe chi lo assiste ad una continua vigilanza perché il familiare potrebbe perdersi, cadere e rompersi una gamba o lasciare il rubinetto del gas aperto o scambiare l’angolo cucina per il bagno e così di seguito. Chi lo assiste deve stare all’erta ventiquattrore su ventiquattro, ed è per questo che Amata Umbria in questi anni si è impegnata per far incontrare i familiari, che così possono scambiarsi esperienze, consigli o semplicemente sfogarsi con chi li può capire. L’associazione organizza anche attività periodiche per i malati che possono parteciparvi, offre assistenza a domicilio per aiutare chi assiste a svolgere le mansioni più pesanti o semplicemente consentirgli di avere alcune ore libere, ed ha attivato il “Telefono Alzheimer” (Perugia 075 5011256 Terni 0744283451) che fornisce informazioni sulla malattia, offre sostegno psicologico e consulenze mediche, legali e sociali. Quest’anno, inoltre, l’associazione organizzerà un corso di formazione per i o le “badanti”, spesso extracomunitari, cui sono affidati questi anziani. Sono cose che dovrebbero fare gli enti pubblici, commenta il prof.Umberto Senin, direttore del Centro per lo studio dell’invecchiamento cerebrale e demenze dell’anziano, dell’Istituto di geriatria del policlinico di Perugia. L’associazione Amata è nata dall’esperienza degli operatori delCentro, negli anni a contatto con i familiari in preda alla disperazione di fronte all’impegno gravoso e all’inesistente sostegno delle istituzioni. L’opera di sensibilizzazione svolta in Umbria dal Centro e dall’associazione sta dando i frutti.Il prof.Umberto Senin, membro della commissione del Ministero della salute che ha attivato il “progetto Kronos” , la somministrazione di farmaci che ritardano la fase dell’aggravarsi della malattia, “un piccolo sollievo, che non risolve ma è già tanto”, commenta Senin. In questo progetto l’Umbria è in testa alle altre regioni con il 5 per mille di soggetti in trattamento contro la media dello 0,5 delle altre regioni, e non perché ci siano più malati, precisa Senin, ma perché c’è maggiore attenzione che spesso consente di riconoscere la malattia fin dai primi sintomi. “Alzheimer: un aiuto per chi aiuta – Una guida per familiari e operatori” è il volume pensato per chi vuole saperne di più sulla malattia e sulle problematiche che deve affrontare il malato e la famiglia. Promosso da Amata – Umbria, pubblicato dall’Editrice de LaVoce, è destinato ai non addetti ai lavori. Un’opera che viene richiesta da tutta Italia. Il volume sarà disponibile al gazebo in piazza Italia a Perugia sabato 21 settembre.

AUTORE: Maria Rita Valli