Anche in Umbria manifestazioni di condanna per l’atroce delitto

Orrore e sdegno del Presidente Ciampi, di politici, sindacalisti e della gente Comune

A Bologna, alle 20.35 Marco Biagi è stato ucciso con quattro colpi di pistola, mentre tornava a casa. Docente di diritto del lavoro, consulente del ministero del lavoro dal tempo del governo Prodi, editorialista del “Sole 24 ore”, Biagi è tra i principali estensori del “Libro Bianco” sulla riforma del mercato del lavoro in vista di una maggiore flessibilità. Per Biagi la riforma dell’art.18 doveva essere “l’occasione storica per porre mano a una reale modernizzazione del mercato del lavoro”. A questo scopo nelle ultime settimane promuove il riavvicinamento tra governo e sindacati. L’omicidio ha colpito al cuore del Paese, al cuore degli italiani e corale è stata la reazione dei rappresentanti delle istituzioni come della gente comune che ha partecipato in tutta Italia a manifestazioni per testimoniare il rifiuto della violenza. Il presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha espresso “orrore e sdegno” per l’uccisione di Biagi. “E’ l’odio che nutre la mano degli assassini – ha affermato il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi -. Occorre uscire da questa spirale di odio politico”. Reazioni di condanna sono state spresse anche dai sindacati Cgil Cisl e Uil.Per Savino Pezzota (Cisl) “chi ha ucciso Marco Biagi ha fatto un danno al movimento dei lavoratori. Sicuramente da domani molte cose cambieranno: il tipo di mobilitazione che dovremo fare, come riprendere un dialogo, stemperare le situazioni”. Tutti i commenti dei principali quotidiani italiani del 20 marzo hanno collegato l’omicidio di Marco Biagi ai precedenti: il 27 marzo 1985 è stato ucciso Ezio Tarantelli, docente di economia del lavoro e sindacalista della Cisl; il 20 maggio del 1999 Massimo D’Antona, docente di diritto del lavoro e consulente del ministro Bassolino del Governo D’Alema. Il quotidiano cattolico Avvenire, nell’editoriale di Francesco Riccardi, ha richiamato alla responsabilità per tutti. “Le parole e i gesti vanno pesati, occorre il massimo sforzo per compattare il Paese. Impegni ai quali nessuno può sottrarsi”. Le reazioni in Umbria sono state di unanime condanna verso il terrorismo che ha ucciso Biagi. Un documento congiunto con il quale si esprime l’unanime condanna dell’omicidio di Marco Biagi e di invito alla mobilitazione generale è stato approvato dai presidenti della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, del Consiglio regionale, Carlo Liviantoni, delle Province di Perugia e Terni, Giulio Cozzari e Andrea Cavicchioli, dell’Anci Umbria, Stefano Cimicchi, e del Consiglio delle autonomie locali, Renato LocchiHanno invitato a reagire “attraverso la più ampia ed immediata mobilitazione democratica, confermando la loro partecipazione alle numerose ed articolate manifestazioni previste per il pomeriggio di oggi (mercoledì n.d.r.) e rivolgendo a loro volta un appello ai cittadini dell’Umbria affinché, anche con loro attiva presenza esprimano il convincimento profondo che non c’è alcuno spazio per la violenza”. L’invito è stato accolto e nei maggiori centri umbri si sono tenute manifestazioni. A Perugia, in una manifestazione alla Sala dei Notari, di fronte ad oltre 500 persone, tra cui rappresentanti istituzionali, sindacali, di partiti ed associazioni, la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, ha ribadito che “nessuno si lascerà intimidire o condizionare da questo terribile atto di violenza”, ed ha auspicato un “impegno unitario contro l’eversione”. Secondo Lorenzetti, “sarebbe un imperdonabile errore criminalizzare le posizioni di movimenti ed organizzazioni che portano avanti in modo pacifico e non violento le loro posizioni”. Il presidente del consiglio regionale umbro, Carlo Liviantoni, ha ribadito che “il terrorismo si batte con la continuità democratica”, mentre il sindaco di Perugia, Renato Locchi, ha ribadito il “netto rifiuto della violenza”. Dal sindaco di Assisi, Giorgio Bartolini, è venuta la sollecitazione a “non considerare nemici gli avversari” ed a “non impostare il confronto sull’odio”. I rappresentanti locali di An hanno abbandonato ad un certo punto la sala “avendo constatato – hanno spiegato ai giornalisti- che non era previsto uno spazio per un nostro intervento”.

AUTORE: Maria Rita Valli