Animare la carità. Insieme

Al convegno diocesano delle Caritas, il Vescovo ha auspicato che gli operatori partecipino ai tavoli pubblici di concertazione sulle realtà sociali locali

Dovere forte di guardarsi attorno ed essere credibili. Questi sono, in sintesi, i due pilastri principali emersi durante il convegno diocesano degli operatori della Caritas parrocchiale. Alla chiamata della Caritas diocesana hanno risposto oltre cento ‘sentinelle del territorio’ – come da molti sono stati definiti gli operatori -, che si sono ritrovate domenica 8 ottobre scorsa al santuario del beato Pietro Bonilli di Cannaiola di Trevi. Dopo il saluto iniziale dell’arcivescovo, la lectio divina di don Joseph Gercàk, parroco di Beroide di Spoleto, e il benvenuto di don Sem Fioretti, rettore del santuario, si è passati a discutere dell’argomento della giornata: le opere segno diocesane. In particolare i vari responsabili hanno presentato le attività della mensa e Fattoria della misericordia, del Centro di solidarietà ‘Don Guerrino Rota’, delle strutture dell’infanzia (ludoteca di Santa Maria in Campis, asilo di Morgnano e casa per minori di San Sabino) e della casa famiglia per disabili Oami di Baiano. Nel corso del pomeriggio è stato fortemente ribadito che gli operatori Caritas agiscono in nome di Cristo. Questo elemento differenzia la Caritas dai servizi sociali dei comuni. Mons. Fontana nel suo intervento, ha sottolineato la necessità di tenere conto, nel servizio che quotidianamente viene svolto, del piano sociale regionale. Ha anche auspicato il diritto degli operatori Caritas a partecipare ai tavoli di concertazione. Con convinzione si è deciso di puntare ad un lavoro unitario: ‘Solo insieme – ha affermato il Vescovo – sarà possibile animare la carità nelle 74 comunità del territorio diocesano’. Le Caritas parrocchiali devono essere intese come organi di un unico corpo. I poveri nella vita di una parrocchia devono avere sempre il primo posto. È compito preciso degli operatori andare alla ricerca delle sofferenze nascoste, come ad esempio gli anziani soli, costretti a restare chiusi in appartamenti scomodi, all’interno di palazzi dei centri storici. Da Cannaiola, ove riposa il corpo del beato Bonilli, apostolo della carità, la Chiesa di Spoleto-Norcia afferma ancora una volta la sua identificazione con le molteplici difficoltà presenti sul territorio, si mostra materna accanto al suo popolo e sostiene, mediante le opere segno, interventi adeguati, dignitosi e di massimo rispetto per le persone. Il convegno si è concluso con il vespro presieduto dal rettore del santuario e gli operatori si sono dati appuntamento all’assemblea diocesana del 22 ottobre prossimo.

AUTORE: Francesco Carlini