Anniversario Madre Speranza: celebrazioni e convegno di attualità

COLLEVALENZA. Tre giorni di celebrazioni per Madre Speranza, presto santa
Mons. Bassetti (di spalle a sinistra) incontra le autorità civili e militari dell’Umbria
Mons. Bassetti (di spalle a sinistra) incontra le autorità civili e militari dell’Umbria

Da venerdì 7 a domenica 9 febbraio a Collevalenza è stato celebrato con grande solennità il 31° anniversario della nascita al cielo di Madre Speranza di Gesù, apostola dell’Amore Misericordioso che sarà beatificata il prossimo 31 maggio. Venerdì alle 21.30 una veglia di preghiera, animata prevalentemente da giovani venuti dall’Umbria e dal Lazio, ha aperto le cerimonie programmate. Sabato mattina alle 8 una liturgia eucaristica presieduta da p. Aurelio Perez e concelebrata da tutti i Figli dell’Amore Misericordioso, presenti a Collevalenza, ne ha ricordato il pio transito. Subito dopo alle ore 10 nell’auditorium della Casa del pellegrino il prof. Stefano Zamagni, Ordinario di Economia politica nell’Università di Bologna, ha trattato il tema “La crisi o è tramonto o aurora di un giorno nuovo. Come fare allora?”. Zamagni, dopo aver sostenuto che oggi si tende a confondere la miseria con la povertà, che è una virtù, ha affermato che la povertà diventa miseria quando non c’è la solidarietà. Secondo l’oratore, la crisi di oggi deve ascriversi a mancanza di solidarietà, fenomeno che risale a circa 30-35 anni or sono quando, tra gli anni 1970-75, il mondo occidentale aprì alla globalizzazione. Secondo Zamagni, almeno tre elementi hanno portato alla scomparsa della solidarietà. In primo luogo la delegittimazione del lavoro umano. In secondo luogo la finanziarizzazione dell’economia: non è il lavoro dell’uomo che dà benessere, ma è la finanza. L’economia ha rivendicato l’autonomia dall’etica e dalla politica, divenendo il regno dei fini, e la politica il regno dei mezzi. “La politica – ha detto – deve tornare a essere il regno dei fini”. Il terzo elemento va ricercato nella sfera culturale con la proposta di un individualismo libertario che postula l’auto-costruzione del sé. Ciò comporta che la fonte dei valori è il ‘gradimento’: non ci sono più valori oggettivi. Nel pomeriggio alle 17.30 celebrazione eucaristica dell’arcivescovo emerito di Perugia Chiaretti. Alle ore 21 elevazioni musicali in cripta con “The Green Orchestra”. Domenica 9, sotto lo slogan “Sulla strada in cui s’incontrano miseria e misericordia”, Silvia Landra, psichiatra di Milano, Aldo Maria Valli, giornalista vaticanista, autore di una biografia su Madre Speranza, e Luigi Alici, ordinario di Filosofia morale nell’Università di Macerata, hanno dato vita a una vivace tavola rotonda in cui ciascuno ha portato la propria testimonianza. Alle ore 12 solenne concelebrazione presieduta da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, presto cardinale. Presenti le maggiori autorità civili e militari della Regione, mons. Bassetti, accolto dal saluto di p. Aurelio Perez, superiore generale Fam, ha dato inizio alla celebrazione nella cripta stracolma di pellegrini venuti da ogni dove. All’omelia mons. Bassetti ha detto: “Oggi siamo qui a commemorare per l’ultima volta una defunta, se pur venerabile: dal prossimo anno, l’8 febbraio, festeggeremo una santa. La Chiesa, infatti, per mano di Papa Francesco, ha riconosciuto la santità della vita di Madre Speranza, e il 31 maggio sarà proclamata beata! Un giorno di festa e di gaudio tanto atteso, per il quale abbiamo pregato e invocato l’aiuto di Dio, e che è finalmente arrivato. Si conclude così, nel modo più mirabile, la vicenda umana di una giovane donna che lasciò la sua casa, il 15 ottobre 1914, per ‘farsi santa, una grande santa’… Ella ha risposto con entusiasmo e generosità alla divina chiamata, ha rinnegato se stessa per conquistare una vita nuova, inondata dalla luce e dall’amore di Dio che l’ha resa giusta, virtuosa e santa. Il suo ricordo rimarrà in eterno, perché – l’abbiamo appena ascoltato dalle letture – il giusto, cioè il santo, sarà sempre ricordato”.

Anzitutto la povertà

Alle ore 17.30 di domenica 9, il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha presieduto la liturgia eucaristica e, commentando il Vangelo, ha messo in risalto Madre Speranza come osservante della povertà e innamorata dei poveri. “Ricordiamo che un giorno, ai piedi dell’altare – scrive M. Speranza – in presenza di Gesù abbiamo abbracciato il voto di povertà mentre gli angeli cantavano: ‘Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli’. C’è poi un vero contratto che ci lega a Gesù e Lui a noi; proprio in virtù di tale solenne patto Gesù vuole che il nostro cuore, libero da ogni legame, cerchi solo Lui come l’unico bene. Lavoriamo, preghiamo, sforziamoci per ripetere nell’ora della nostra morte le stesse parole di san Francesco: ‘Ti benedico e ti ringrazio, Dio mio, perché non mi hai permesso di mancare al voto di povertà’”.

AUTORE: Antonio Colasanto