Anno della vita consacrata: parla una giovane suora tifernate

Celebrazione per l’inizio dell’Anno della vita consacrata. Le riflessioni di una giovane suora della nostra diocesi
La celebrazione del lucernario durante l’apertura dell’Anno della vita consacrata
La celebrazione del lucernario durante l’apertura dell’Anno della vita consacrata

Domenica 30 novembre, duomo di Città di Castello, celebrazione diocesana di inizio dell’Anno dedicato in modo particolare alla vita consacrata. Rito del lucernario, solenne vespro e solenne liturgia eucaristica.

Se ci spostassimo in giro per il mondo, di diocesi in diocesi, ritroveremmo lo stesso scenario: ogni Pastore ha riunito attorno a sé, su invito di Papa Francesco, i consacrati, le consacrate e il popolo laico per pregare in modo particolare per chi ha scelto di vivere i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.

Invece di sintetizzare la cronaca della preghiera, mi piacerebbe condividere ciò che questo momento ha fatto risuonare in me. Sono una tra le più giovani consacrate della diocesi; ho alcuni anni di vita comunitaria e religiosa, e sicuramente l’entusiasmo non si è spento. Mi sono chiesta, durante tutto il tempo della preghiera e della messa, che cosa possa significare questo anno per me.

Nel mio cuore di giovane c’è un forte appello alla radicalità della scelta e a vivere quanto più coerentemente i voti professati, rispettare la Regola e vivere la carità in primis in comunità e poi nell’apostolato fuori di casa. Mi sono fatta l’esame di coscienza, e mi sono ritrovata piena di limiti e di peccati, conscia che sia questa l’unica vera offerta che posso fare di me, che il Signore gradisce e non disdegna; una consapevolezza che aiuta a crescere nell’umiltà.

 

vita consacrata 2014Il logo dell’Anno porta tre parole-chiave per la nostra vita che vorrei sintetizzare come segue.

Vangelo: ogni consacrata/o deve essere testimone del Vangelo, con la stessa misericordia nel cuore e nei gesti che furono di Cristo Gesù. E non è sempre facile: anche noi corriamo il rischio di essere giudici implacabili. Come anche ricordava il Vescovo nell’omelia, il Vangelo porta l’annuncio di una Risurrezione che è passata per la Croce.

Il Vescovo diceva che non ci può essere vera gioia senza la croce che Egli permette. Sono risuonate forti le parole del Papa della sua lettera apostolica di indizione dell’Anno. Il pensiero è corso a tutte le storie di santi e di fondatori che ho conosciuto.

Profezia: non ha nulla a che vedere con il conoscere il futuro. Il profeta piuttosto è colui che parla ‘al posto’ di Dio, o meglio, ascolta la Parola di Dio e cerca di riportarla quanto più fedelmente agli altri. Questa parola si ricollega bene a ciò che ricordava mons. Cancian quando ha invitato a pregare. La preghiera è la chiave di lettura della nostra vita; ci mette di fronte al Creatore e ci fa conoscere per quello che siamo, misere creature immensamente amate.

Infine la Speranza: è di questi tempi l’atteggiamento sfiduciato e pieno di paure e allarmismi per tutto ciò che ci succede intorno. Anch’io a volte mi chiedo dove finiremo… ma subito tornano in mente le parole del Vangelo: “Le porte degli inferi non prevarranno”. È necessario alzare in ogni momento lo sguardo, altrimenti vedremo solo muri grigi e non il cielo azzurro. È questo anche l’atteggiamento della vigilanza a cui richiama il Vescovo: vigilanti vuol dire essere capaci di cogliere i piccoli miracoli della nostra quotidianità.

Mi vengono in mente tanti piccoli episodi, insignificanti per gli altri ma che per me segnano il passaggio di Dio nella mia vita: dalla rinuncia che mi viene richiesta in virtù dell’obbedienza o degli altri voti, a ogni dono inaspettato, materiale, spirituale, o della presenza di una persona.

Sarò forse stata lunga in questa condivisione nata da quel momento di preghiera, ma ho lasciato il parlare il cuore. L’ultima cosa che vorrei dire è di non lasciarsi prendere dalla paura delle scelte definitive, perché sono quelle che danno stabilità e – checché se ne dica – si ha tanto bisogno di stabilità, altrimenti la casa crolla.

AUTORE: Suor Ilaria Scarciglia Figlia di San Francesco di Sales