Antinori e la clonazione umana

L'Opinione / I limiti scientifici ed etico-giuridici alla clonazione umana

Ci risiamo. Severino Antinori, ginecologo romano specialista nelle più spregiudicate tecniche di fecondazione artificiale e propugnatore della clonazione come metodo riproduttivo umano, con un annuncio-bomba ha reso noto che nel prossimo novembre metterà in atto la clonazione umana per dare un figlio a duecento coppie sterili e lo farà su una nave, al di fuori delle acque territoriali. Antinori non è nuovo a questo genere di annunci. L’ultimo è del marzo scorso quando disse che avrebbe clonato 50 bambini “chiedendo asilo politico e scientifico a Tel Aviv”. Evidentemente le autorità israeliane hanno risposto picche ed ecco la soluzione “nautica”, che è poi la stessa che è stata proposta dalla dottoressa Brigitte Boisselier, direttrice della Clonaid, prima società per la clonazione umana supportata da una setta ufologica americana: i Raeliani. Estesissime e dure, com’era da aspettarsi, sono state le reazioni in tutto il mondo: l’Europarlamento, la Casa Bianca, la Chiesa, l’Ordine dei Medici ecc. hanno subito fatto sentire la loro voce di condanna, spesso con parole brucianti. Non c’è infatti paese in cui, formalmente o informalmente, la clonazione umana a scopo riproduttivo non sia condannata e proibita. Non so come andrà a finire questa ennesima, pericolosa sparata di Antinori. Probabilmente, vista la condanna compatta e forte dell’opinione pubblica, di tanti governi e delle autorità internazionali, sarà posto un freno anche al progetto nautico. In tal caso la questione sembrerà per il momento risolta, salvo poi a ripresentarsi in un prossimo futuro sotto altra veste in occasione di una qualche nuova provocazione. Non ci dobbiamo, infatti, illudere. Il problema c’è, è aperto e per risolverlo sarà necessaria non solo tutta la coerenza delle legislazioni, ma soprattutto la corretta informazione e la decisa mobilitazione dell’opinione pubblica. Non è il caso, perciò, di archiviare frettolosamente l’affare Antinori come presuntuosa forma di delirio. E’ il caso, invece, di approfondirlo anche perché presenta alcuni aspetti significativi che possono aiutarci nell’impostare il problema generale e nel delineare qualche abbozzo di soluzione. Per evitare confusioni, sempre deleterie in questo genere di cose, terrò rigorosamente separati i due ambiti del discorso: quello scientifico-biologico e quello etico-giuridico. Considerazioni scientifico-biologiche. Il Dott. Antinori afferma di voler effettuare la clonazione umana utilizzando la metodica usata per la produzione della pecora Dolly, che consiste nel sostituire il nucleo di una cellula uovo con il nucleo di una cellula prelevata da un tessuto adulto e nel far crescere l’embrione-clone così ottenuto in un utero “in affitto”. Dopo la pecora, sono stati clonati anche altri animali: vitelli, topi, scimmie, maiali. In tutti i casi le clonazioni riuscite (nel senso che da esse sono nati animali giunti fino all’età adulta) sono sempre state una frazione irrisoria dei tentativi effettuati. Inoltre, la casistica ormai sufficientemente ampia dimostra che: (a) l’animale clonato nasce “vecchio” perché il ciclo vitale delle sue cellule è notevolmente ridotto; (b) molto frequentemente insorgono nei cloni patologie gravi e malformazioni come conseguenza della loro manipolazione originaria. Ciò vuol dire che il prezzo per ottenere un bambino/clone sufficientemente sano è l’eliminazione di un numero assai consistente di embrioni “venuti male”. A questo riguardo possiamo anche tentare di fare dei numeri. La pecora Dolly è stato l’unico esperimento riuscito su 277 tentativi fatti. Poiché è presumibile che un valore simile sia valido anche nel caso della clonazione umana, è necessario prevedere un prelievo di almeno 200 cellule uovo da ogni donna, se si intende dare un figlio a coppie con partner maschile sterile, come afferma Antinori. E 200 cellule uovo equivalgono a circa la metà del numero totale di cellule uovo che maturano nel corso di tutta la vita di una donna normale (400-500). Non riesco proprio ad immaginare come il ginecologo intenda procedere per ottenere un numero così spropositato di cellule uovo da ogni singola donna trattata! Considerazioni etico-giuridiche. Mi sembra inutile soffermarmi, dopo che molte volte è stato fatto anche su queste pagine, ad approfondire i motivi fondamentali per cui la clonazione umana non è accettabile. Mi limiterò a sviluppare alcuni aspetti collaterali della questione, resi evidenti dal caso Antinori. La prima considerazione è che la clonazione umana è relativamente a portata di borsa sia di chi intenda impiantarla come affare commerciale (Antinori) sia di chi intenda ricorrervi per i propri fini riproduttivi (i clienti che dovrebbero sborsare circa mezzo miliardo). Il parallelo proposto dalla stampa con l’energia nucleare non regge perché quest’ultima richiede, nel bene come nel male, investimenti che solo bilanci statali riescono a permettersi. La clonazione invece è alla portata anche di singoli privati. Ciò vuol dire che prima o poi qualche incosciente la metterà in atto, non fosse altro che per assicurarsi la fama di averlo fatto per primo e per assicurarsi anche i lauti proventi dei brevetti che ne conseguirebbero. Questo è da mettere nel conto. Come sono da mettere nel conto del vivere civile i furti, gli omicidi e le azioni criminali di singoli cittadini. Ci saranno sempre, purtroppo, singoli individui che si dedicheranno ad azioni immorali. L’importante, a questo punto, è che la società come tale non le accetti supinamente ma le scoraggi mediante opportune legislazioni. L’affare Antinori mette in evidenza: a- che la quasi totalità delle sensibilità pubbliche e private è contraria alla clonazione umana come mezzo di riproduzione; b- che molti paesi si vanno dotando di strumenti giuridici per porla fuori legge; c- che ci sono, però, ancora delle scappatoie (la nave in acque extraterritoriali) che possono essere percorse per aggirare i divieti legislativi; d- che c’è un concreto rischio di sinergia tra finalità di mercato (Antinori ed altri) e finalità pseudo-religiose (Raeliani ed altri) con conseguente rafforzamento vicendevole ed pericolosa acquisizione di potere. Da queste considerazioni risalta in maniera evidente la necessità che gli Stati si diano chiare e giuste legislazioni su questi argomenti e lo facciano in fretta per non ritrovarsi doppiati dal progresso delle tecniche biologiche il cui avanzamento somiglia sempre di più a una corsa che a una marcia.

AUTORE: Carlo Cirotto