Un cammino avviato nel 2019, in ascolto delle fragilità e delle potenzialità delle cosiddette “aree interne” del Paese. È l’esperienza che coinvolge ogni anno una trentina di vescovi da 14 regioni italiane, riuniti su impulso dell’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, per riflettere insieme su nuove prospettive pastorali e sociali da offrire a territori segnati da spopolamento, crisi del lavoro, carenza di servizi, marginalità. Un’iniziativa che, col tempo, ha assunto un respiro sempre più ampio e strutturato, toccando corde profonde della vita ecclesiale e civile.
La lettera “Mezzanotte del Mezzogiorno”
Tutto ha avuto inizio con la lettera “Mezzanotte del Mezzogiorno?”, scritta dai vescovi della Metropolia di Benevento nel 2019 agli amministratori locali. Da lì prese forma il primo Forum delle aree interne, seguito da una serie di incontri, webinar e convegni, anche durante la pandemia, che hanno messo in dialogo pastori, amministratori, sindacati, associazioni, cittadini. Dal 2021, accanto al percorso sociale, è iniziato anche quello ecclesiale, con i convegni annuali dei vescovi a Benevento: momenti di confronto fraterno, informale, sempre più partecipati.
L’incontro del luglio 2024 e il contributo dei vescovi
L’appuntamento del luglio 2024 ha visto al centro la relazione di mons. Franco Giulio Brambilla sul tema dei ministeri battesimali e laicali, che ha offerto tre piste operative: l’équipe pastorale per accompagnare comunità “zonali”; il servizio della cura, con un’attenzione speciale ad anziani e giovani; il centro educativo come luogo vitale per la pastorale giovanile. Al termine, mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ha auspicato la raccolta delle esperienze in un testo condiviso, “perché diventino patrimonio comune di tutta la Chiesa italiana”.
Le proposte nascono da contesti concreti. “Non possiamo più mettere vino nuovo in otri vecchi”, ha dichiarato mons. Accrocca, sottolineando che la pastorale oggi non può seguire un modello unico, soprattutto in territori dove i paesi sono piccoli, distanti e con pochi abitanti. “Serve un cambio di mentalità – ha affermato – per superare logiche individualistiche, campanilismi e modelli ormai insostenibili”.
La riflessione si è arricchita anche del contributo di vescovi come mons. Fanelli (Melfi), che ha parlato della necessità di valorizzare “la straordinaria ricchezza delle aree marginali”, e di mons. Crociata (Latina), che ha evidenziato la rilevanza europea del tema. Non è mancato il sostegno del presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, che ha ricordato: “Le aree interne non sono il passato. Sono il presente e ci indicano il futuro”.
A conferma dell’attenzione crescente, il 23 aprile 2025 una delegazione di vescovi è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante l’incontro, mons. Accrocca ha illustrato il percorso compiuto, mentre il presidente ha ribadito l’urgenza di “rovesciare la piramide”, partendo dalle periferie, anche quando si tratta di infrastrutture e innovazione.
Prossimo forum sulle Aree interne a Benevento ad agosto
In vista della prossima edizione del Forum, in programma a Benevento a fine agosto, l’impegno dei vescovi delle aree interne si configura ormai come un laboratorio ecclesiale e civile, dove si sperimenta una nuova prossimità, si costruiscono relazioni, si piantano semi di speranza. Per dare voce e futuro a chi vive lontano dai riflettori, nel cuore stesso del Paese.
Un libro profetico sulle aree interne: “Mondi da custodire”
Si intitola Mondi da custodire. Una pastorale profetica per le aree interne il volume pubblicato da Queriniana (2025, pagg.104), curato da mons. Felice Accrocca (arcivescovo di Benevento), con contributi del card. Roberto Repole (Torino), di mons. Mariano Crociata (Latina) e di mons. Franco Giulio Brambilla (Novara). Quattro voci autorevoli che riflettono sulla condizione di territori segnati dallo spopolamento e dalla carenza di servizi, dove la Chiesa resta spesso l’unica presenza viva e capillare. Il libro raccoglie analisi e proposte concrete per una nuova pastorale “a misura di area interna”, che valorizzi la ministerialità diffusa e sappia abitare anche i luoghi della desertificazione. Un contributo di spessore, frutto del percorso avviato nel 2019 dai vescovi delle aree interne, che si configura oggi come una vera e propria sfida profetica per il futuro delle comunità più fragili del Paese.




