Assemblea diocesana a Terni, alla luce del Concilio

I temi al centro dell’Assemblea diocesana, tra Concilio e Anno della fede
L’intervento di mons. Vincenzo Paglia all’assemblea

Assemblea diocesana per il 50° del Concilio ecumenico Vaticano II, mandato ai catechisti e operatori pastorali, apertura dell’Anno della fede. Tre grandi temi da coniugare nel presente per il futuro secondo l’orientamento conciliare, condensati in un incontro presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, iniziato al Museo diocesano e conclusosi in cattedrale.

Il titolo della relazione generale tenuta dal prof. don Gianni Colzani, docente all’Università pontificia urbaniana, dà il senso ed il significato al tutto: “Il popolo di Dio in cammino della storia”. Premesso che “il Concilio può essere presentato come una singolare concentrazione della universale coscienza di fede della Chiesa” e che si lega al suo vissuto in una determinata epoca, che non è da considerarsi in “rottura” con il passato ma piuttosto una svolta costituita in una profonda riconsiderazione di sé per un servizio nell’annunciare il Vangelo nei tempi nuovi, il relatore ha illustrato i contenuti della Lumen gentium, una delle quattro Costituzioni conciliari.

La luce è Cristo, e alla Chiesa spetta l’obbligo di dare l’annuncio dell’amore di Dio per l’umanità intera, tanto da incarnarsi tramite Cristo per instaurare una fraternità vera ed autentica tra tutti i membri del genere umano. Il Concilio ha definito la Chiesa come popolo di Dio che ha per capo Cristo e solo alla sua sequela si può costruire il regno di Dio, presente in nuce e in fieri qui sulla terra e compiutamente realizzato nei Cieli. Questa Chiesa di Dio è sacerdotale, profetica e carismatica, cattolica – cioè universale -, apostolica e santa, peregrinante nella storia.

Il Vescovo, intervenendo subito dopo, ha ricordato che il Concilio è stato una nuova Pentecoste ed ha esortato a tornare ai suoi testi, rileggendoli tutti, facendoli propri ed attualizzandoli.

In cattedrale sempre mons. Paglia, aprendo l’Anno della fede, ha invitato i presenti “ad approfondirne i contenuti, come singoli e, soprattutto, come comunità di credenti. Ciò è quanto mai importante in un’epoca in cui assistiamo ad una ‘desertificazione’ della spiritualità e ad un trionfo dell’individualismo e dell’egoismo”. Occorre tornare ad essere veramente “popolo” e solo così si otterrà la salvezza eterna e troveranno soluzioni i problemi dell’umanità. Ed infine il mandato ai catechisti e agli operatori pastorali, cioè la missio che è anche di tutti i cristiani, di annunciare il Vangelo ed educare alla fede ogni generazione con la testimonianza e compiendo “opere buone” secondo lo Spirito.

AUTORE: Nicola Molè