Assisi celebra le feste di santa Chiara e san Rufino

La figura di Chiara verrà esaltata nel canto

p align=”justify” La solennità di santa Chiara, già di per sé significante, assume il prossimo 11 agosto una valenza particolare: conclude infatti il 750’anniversario della morte della Santa, celebrato con sobrietà e semplicità esemplari, per volontà delle Carisse del protomonastero di Santa Chiara. Nessuna manifestazione eclatante dunque, nessun proclama, solo un invito: l’esempio della vita di Chiara esorti a spalancare il cuore allo Spirito del Signore e a trasformare l’anima secondo le esigenze del Vangelo. Anche nel canto la figura di Chiara verrà esaltata. Il repertorio del Coro dei Cantori di Assisi diretti da padre Maurizio Verde (senza il conforto della presenza del compianto padre Evangelista) risulta comprensivo, oltre che dei canti ordinari della concelebrazione eucaristica, anche di mottetti dedicati propriamente alla Santa. Gli assisani indubbiamente avvertono emozione nei confronti dei loro santi. Ma tale devozione trova poi un corrispettivo nel culto? Ci ha dato risposta il vicario diocesano mons. Orlando Gori, titolare per anni della parrocchia di San Rufino che vanta come epicentro la cattedrale: “La città di Assisi è molto legata ai suoi santi e li venera con sincera devozione; eppure le manifestazioni del culto sono piuttosto contenute, forse per il carattere riservato degli stessi assisani. In merito a san Rufino, si aggiunge il fatto che la festa cade in un periodo in cui gli abitanti sono in ferie o impegnati con l’accoglienza dei turisti. L’eccezionale fervore dei nocerini per san Rinaldo e dei gualdesi per il beato Angelo non è riscontrabile nella festa di san Rufino…”. Dal canto suo il vescovo mons. Sergio Goretti vorrebbe che la festa del Patrono costituisse una circostanza collettiva per riflettere sulla missione di Assisi. “Il sangue innocente di Rufino – aggiunge il Vescovo – ha generato santi straordinari ovunque ammirati come l’arte che gli stessi hanno ispirato. Il Papa ha designato – dichiara ancora mons. Goretti – questa città come luogo per il dialogo e la fratellanza. Si tratta di una eredità che non possiamo svendere, affidata a tutti ma in particolare alla comunità cristiana, chiamata ad operare in maniera concorde ed unitaria”.

AUTORE: Francesco Frascarelli