Assisi: ora l’Unesco “veglierà” sulla tutela del suo patrimonio

Delle targhe verranno apposte sui monumenti simbolo della città

Correva l’anno 1982 quando, per intuizione di Gianfranco Costa, prese avvio il progetto “Assisi Patrimonio mondiale Unesco”. Nel 1987 per supportare l’iniziativa si costituì un apposito comitato cittadino. Purtroppo la candidatura di Assisi si arenò per motivi burocratici nel 1990. Dopo un complesso lavorìo diplomatico, il 12 luglio 1999 il Consiglio comunale di Assisi approvò il “Formulario Unesco”, dossier necessario a giustificare la candidatura, elaborato sotto la direzione di Paola Falini. Nel settembre successivo l’Unesco ufficializzò la candidatura e alla fine di gennaio del 2000 decise la Visita Ispettiva: in tale circostanza l’Amministrazione comunale richiese di estendere il riconoscimento all’intero territorio di Assisi. A giugno dello stesso anno venne ufficializzata la relazione di valutazione, risultata estremamente positiva. Il 1 luglio il Bureau mondiale dell’Unesco approvò l’inserimento di Assisi nella lista dei luoghi protetti dall’associazione e finalmente il 2 dicembre a Cairn in Australia il Comitato mondiale Unesco proclamò Assisi “Patrimonio dell’Umanità”. Tale nota aridamente cronologica basta a far comprendere quanto lungo sia stato il cammino verso l’ambito riconoscimento. I “siti” dichiarati “Patrimonio dell’Umanità” sono nel mondo 670 e in Italia soltanto 34. Assisi è la prima città umbra onorata di figurare nella lista. Praticamente ne traggono vantaggio per difesa e conservazione tutti i beni artistici-culturali posti all’interno del centro storico e sparsi nel territorio, in particolare i luoghi francescani. Da notare che ogni targa apposta ad ogni sito esalta Assisi come città santuario, ricca di capolavori artistici ed architettonici, legata alla diffusione di un messaggio universale di pace e tolleranza. Sabato mattina 31 marzo, presso il salone papale del Sacro Convento, ha rivolto il saluto di benvenuto il padre custode Vincenzo Coli. Successivamente così si è espresso, tra l’altro, il sindaco Giorgio Bartolini: “Nel 1926 le solenni celebrazioni per il VII centenario della morte di san Francesco segnarono l’avvio del ruolo internazionale della città. Il 27 ottobre 1986, Giornata mondiale di preghiera indetta da Sua Santità Giovanni Paolo II, Assisi divenne punto di riferimento spirituale e storico per l’ecumenismo religioso e l’incontro tra i popoli. I valori della pace e della solidarietà, espressi in secoli di storia sulle orme dei suoi figli più illustri Chiara e Francesco, attraverso questo riconoscimento, trovano un ulteriore elemento di diffusione nel mondo”. Sono seguiti gli interventi del soprintendente dell’Umbria Luciano Marchetti, del direttore del Centro patrimoniale mondiale Unesco Francesco Bandarin, responsabile della delegazione giunta in Assisi, del presidente della pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa mons. Marchisano. La prolusione finale è stata svolta dal soprintendente per i beni artistici e storici di Firenze, Pistoia, Prato Antonio Paolucci che ha rimarcato come il movimento francescano abbia dato impulso all’arte, a partire dal ciclo giottesco della basilica, che ha segnato il passaggio dalla fase bizantina ad un rinnovato periodo, caratterizzato come una rosa dei venti da vari stili. Già nel Medioevo Dante aveva compreso che Assisi equivaleva ad un Oriente, non solo per il messaggio di fede e per la vocazione artistica quale patria della lingua figurativa italiana ed europea, ma anche per l’inserimento architettonico nel paesaggio montano del Subasio. A tarda mattina nella Piazza del Comune la cerimonia della targa è stata preceduta da una mirabile “sequenza cinematografica”: all’improvviso e contemporaneamente, le finestre del palazzo dei Priori si sono spalancate facendo apparire coppie di dame e cavalieri in costume medievale: ogni coppia ha calato finestra per finestra il vessillo comunale: magia del Calendimaggio creata dall’Ente presieduto dal fattivo Carlo Angeletti. Nel pomeriggio tre differenti gruppi di ospiti e cittadini hanno raggiunto vari luoghi deputati alla cerimonia: sempre sobria e suggestiva come quella svoltasi in piazza Vescovado, presenti il vicario diocesano mons. Orlando Gori e il vice sindaco Mario Romagnoli: il coro della Cappella di S. Rufino, diretto dal maestro don Giuseppe Biselli, ha eseguito il Cantico delle Creature e il Coprifoco. Nella basilica di S. Maria degli Angeli il concerto eseguito dalla corale della Porziuncola, diretta dal maestro padre Antonio Giannotti, ha posto fine ad un altro giorno che può giudicarsi particolare e significativo.

AUTORE: Francesco Frascarelli