Ast: comunque finisca, avrà strascichi pesanti

AST. Mercoledì si è chiusa la vertenza. Si prevede un piano di rilancio su 4 anni per garantire un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni

thyssen-ansa-acciai-terniLa dura vertenza dell’Ast si è conclusa. Dell’accordo firmato al Mise mercoledì tutte le parti si dicono soddisfatte, ma quanto accaduto lascerà strascichi pesanti nel tessuto sociale ed economico della regione. Dopo quattro mesi di dure trattative, 36 giorni consecutivi di sciopero e la preoccupazione per le sorti della siderurgia italiana, dell’occupazione e della dignità del lavoro – anche Papa Francesco è intervenuto con parole forti: “Con il lavoro non si gioca”, – ora si spera veramente che questo possa essere un nuovo avvio.

Per quello che riguarda la questione licenziamenti, tecnicamente la soluzione l’hanno data tutti quei lavoratori che hanno firmato per l’esodo volontario incentivato, addirittura in numero maggiore rispetto ai 290 dichiarati dall’azienda. A loro andranno 80 mila euro lordi e la prospettiva, soprattutto per i più giovani, di andare all’estero in cerca di miglior fortuna; che è comunque un segnale preoccupante di sfiducia nei confronti della politica ed economia italiana. A seguito di questo esodo si dovrà verificare la funzionalità degli impianti, visto che a lasciare il posto di lavoro sono essenzialmente operai, mentre tra gli esuberi previsti nel Piano industriale erano comprese anche altre figure professionali.

L’accordo che è stato raggiunto prevede un piano di rilancio su 4 anni per garantire un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni; un piano investimenti; una politica commerciale adeguata; la tutela dei contratti a tempo determinato e apprendisti; un integrativo che prevede 40 euro per la presenza domenicale; maggiorazioni confermate; premio di 723 euro per tutti legato alle certificazioni Iso; un percorso per garantire la tutela anche dei lavoratori delle ditte terze. Per altri 400 lavoratori si prospetta comunque la cassa integrazione ordinaria a seguito della mancanza di ordinativi e delle perdite di commesse per lo sciopero di oltre un mese.

Da parte loro le istituzioni locali, con la presidente della Regione Marini e il sindaco e presidente della Provincia di Terni, Leopoldo Di Girolamo, hanno messo a disposizione un pacchetto di risorse derivanti dai fondi strutturali per il sostegno alle aziende dell’indotto Ast. Il Governo invece ha messo in campo una serie di misure che permetteranno ad Ast di risparmiare una buona parte di quei 100 milioni di euro che erano tra gli obiettivi del piano.

I sindacati hanno dichiarato l’immediata sospensione dei presìdi alle portinerie e la revoca dello sciopero. Dopo l’incontro dei lavoratori in assemblea, i contenuti dell’ipotesi di accordo saranno messe a votazione tramite referendum nei giorni prossimi.

AUTORE: Elisabetta Lomoro