“Atto dovuto”. Ma non urgente

Primo atto dell’assessore regionale alla sanità: il comitato per le linee guida per la RU486

A Roma, nelle stanze della Cei, tra i duecento cinquanta vescovi italiani in carica, è risuonata in questi giorni una parola nuova e aspra che non appartiene al gergo usuale: “suicidio demografico”. L’Umbria gode, si fa per dire, di un primato per invecchiamento della popolazione e basso livello di natalità, seconda solo alla Liguria. Ebbene, di che si preoccupa come prima scelta della sua carica il nuovo assessore alla sanità? Indovinate! Ma naturalmente di facilitare l’aborto, dare maggiori possibilità a quelle donne che hanno il diritto di abortire non solo attraverso il collaudato sistema chirurgico, ma anche con quello forse meno doloroso, forse più richioso, qualcuno dice più angoscioso, che è quello chimico farmaceutico che si realizza attraverso una pillola. Che volete! Basta una pillola e tutto è compiuto, magari solo aspettando tre giorni. Chi scrive non si intende della materia. Sa solo che dopo tutto questo una vita che era germogliata viene stroncata. Feto vuol dire etimologicamente “germoglio”. Siamo d’accordo, non bisogna colpevolizzare le donne, che soffrono prima di tutte le conseguenze fisiche, psichiche e morali dell’aborto, comunque e per qualsiasi ragione venga effettuato. Le colpe stanno nella società, nell’educazione, negli uomini egoisti e fuggitivi dalle situazioni scabrose. A questo proposito, non sappiamo come andrà a finire, ma è davvero il colmo, oltre il danno anche la beffa, che venga ingannata una donna per farla abortire a sua insaputa e contro la sua volontà. Si tratta di due gemeli, per giunta. Il medico afferma che tutto è stato fatto secondo la legge, la mitica 194, che non sembra abbia eliminato del tutto l’aborto clandestino, ma in compenso ha aperto la via della diffusa facile e sicura abortività. Facendo qualche piccolo calcolo il Movimento per la vita ha dimostrato che nel 2008 sommando i morti e gli aborti si ha in Umbria la cifra di 12.120 persone, mentre ne sono nate solo 7.822. Per avere una situazione bilanciata sul piano demografico mancherebbero all’appello 4.298 nascite. Una società che vuol vivere, avere un futuro, che ama la vita e i suoi germogli, dovrebbe avere in cima ai propri pensieri politiche familiari, occupazione, casa, file per le analisi e le cure sanitarie. Un politico con una determinata formazione culturale non farà a meno di procurare ai suoi cittadini, ci mancherebbe altro!, anche la pillola Ru 486. Sappiamo anche che certi adempienti prima o poi doveva pur prenderli per legge. Ma che questo sia il suo primo provvedimento ci lascia ugualmente molto perplessi.