Attualità dell’intuizione di Pecci: ritorno ad una fede “pensata”

Convegno internazionale sulla "filosofia cristiana" dopo Leone XIII

L’Anno leonino è oramai arrivato alle tappe centrali. Il prossimo 29 maggio inizierà il convegno internazionale sul tema “La filosofia cristiana tra Ottocento e Novecento e il magistero di Leone XIII”. Dopo aver affrontato il tema della Bibbia e dell’Ecumenismo ecco giunto il momento di riflettere sul magistero leonino nei confronti del pensiero filosofico. Lo spunto per questi lavori è dato dall’attenzione particolare che il Papa Pecci dette agli studi filosofici ed al loro ruolo nella formazione della coscienza cristiana di fronte alle minacce che le erano mosse dalla profonda secolarizzazione che, se oggi si mostra nelle vesti difficilissime dell’indifferenza verso i temi religiosi, all’epoca di Leone XIII era marcata da un profondo spirito anticristiano. Il Papa Pecci credeva necessario il ritorno ad una fede pensata, meditata, alla luce della riflessione filosofica, oltre che vissuta e alimentata di vita sacramentale e di preghiera. Per questo già vescovo di Perugia volle istituire nella nostra città l’Accademia San Tommaso d’Aquino per riproporre all’attenzione di tutti, credenti e laici, il pensiero del dottore angelico. Tale promozione del tomismo trovò momento culminante nell’enciclica Aeterni Patris. Ancora una volta l’episcopato Pecci aveva fatto di Perugia un laboratorio di fede, di evangelizzazione e di cultura. Tale esperienza pastorale a Perugia divenne poi nel suo pontificato un dono e modello profetico per tutta la Chiesa. Questo dovrebbe aiutarci a comprendere e a vivere questo centenario non solo come una mera celebrazione storica di un personaggio rilevante di essa ma bensì nel tentativo di cogliere in queste celebrazioni dei motivi capaci di alimentare il nostro desiderio di fare, come fece il vescovo Pecci, del nostro territorio un nuovo laboratorio che tenga presenti appunto tutte le componenti ricche e preziose del nostro essere cristiani per ridarle nuovamente alla comunità tutta. Leone XIII da vescovo e da Papa non si fermò di fronte a nulla ma bensì affrontò tutti i problemi del suo tempo con l’offrire la proposta cristiana della preghiera, della sacra scrittura, della tradizione e della devozione ma anche del pensiero e della dottrina sociale come strumenti per far crescere la comunità umana e non soltanto quella dei fedeli. Il convegno del prossimo maggio si inserisce pienamente in questo ampio quadro dell’offerta culturale delle celebrazioni leonine e non mi sbilancio nel dire che esso costituisce l’evento culturale di filosofia più importante di quest’anno in Italia. Perché un tale convegno? Non sembri un esercizio di accademia. Il magistero leonino dette avvio, tra l’altro, storiograficamente ad un lungo dibattito sulla filosofia cristiana che se da un lato aveva fermato la chiesa ufficiale ad un ricorso esclusivo al tomismo dall’altra aveva dato avvio a diverse e ricche correnti del pensiero cristiano tutto. Il secolo XX così, grazie all’opera di Leone XIII ed agli stimoli che seppe profeticamente dare alla comunità filosofica, divenne il secolo delle grandi correnti cristiane di pensiero. A volte queste correnti vennero a dibattere e divergere ma tutte comunque seppero imporsi come voce altra di contro all’imperante ideologismo che tra Otto e Novecento sembrava sbarazzarsi delle grandi esigenze metafisiche. Per questo nel convegno sono stati chiamati a partecipare gli esponenti più in vista in Italia e in Europa di tutte le correnti del pensiero cristiano. I lavori sono divisi in quattro sezioni, studi teoretici sulla filosofia cristiana, il tomismo e Leone XIII, i pensatori cristiani tra Otto e Novecento e il problema socio-politico. Ancora oggi abbiamo bisogno come Chiesa della spinta e dello stimolo della riflessione filosofica tanto più perché le sfide si sono fatte più decisive. Il crollo dei grandi sistemi ideologici ha lasciato spazio ad una sorta di relativismo diffuso e di indifferentismo, ad un tecnicismo stanco ed una sorta di super scetticismo dilagante. Il convegno di Perugia fortemente sostenuto e voluto dall’arcivescovo Chiaretti deve essere letto come un’opportunità per tutti per attingere a questa riflessione cristiana per ricavarne argomenti da offrire in un dialogo sereno e critico con il nostro tempo. Gli argomenti potrebbero sembrare molto lontani e forse troppo difficili. Non è così: la struttura molto agile degli interventi vuole favorire la comprensione dei temi e quindi dovrebbe essere facile per tutti seguire e prendere ciò che serve per soddisfare il bisogno di conoscere e di pensare nell’ottica e nella prospettiva del cristianesimo. Gli appuntamenti nei quattro giorni del ConvegnoIl programma dell’incontro, la cui responsabilità scientifica è di Edoardo Mirri, è molto ricco di interventi, tutti tenuti da illustri studiosi provenienti dalle Università di Bologna, Chieti, Genova, Messina, Trento, Napoli, Torino, Urbino, Roma “La Sapienza”, Roma Tor Vergata, Roma III, Siena, Verona, Milano Cattolica, dalle Università Pontificie Gregoriana, San Bonaventura e Lateranense e da quelle estere di Oxford, Grenoble, Sorbona, Navarra, e Barcellona oltre che dell’ateneo perugino. Indubbiamente un’assise molto qualificata e il programma dà conto della rilevanza stessa dei lavori. Si parte giovedì 29 maggio alle 17.00 con l’introduzione di mons.Chiaretti alla Sala dei Notari; seguiranno gli interventi dei professori Mirri, Rigobello e Mazzarella. Venerdì 30i lavori del Convegno si terranno alla Sala del Dottorato, nel chiostro della cattedrale di San Lorenzo con inizio alle 9.00.In questa giornata sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Giuseppe Riconda, Natalino Spaccapelo e Paola Ricci Sindoni.Alle 21.00, in cattedrale, verrà offerto un concerto. Sabato 31, sempre nella Sala del Dottorato, interverrà anche il prof.Roberto Gatti.Al termine della giornata, alle 20.00, la visita al Museo capitolare della cattedrale di Perugia. L’ultimo giorno la sede del Convegno sarà trasferita a Pieve del Vescovo e si concluderà, dopo l’intervento del prof.Pieretti e dopo la discussione in sala, con il pranzo. Saranno presenti anche professori quali Massimo Baldini, Sergio Belardinelli, Luigi Cimmino, Francesco Di Pilla, Floriana Falcinelli e Carlo Vinti. Al convegno filosofico ha dato dato risalto anche un lungo articolo dell’Osservatore Romano del 16 maggio scorso a firma di Emanuela Ghini, monaca carmelitana che vive in un convento di Savona. La Ghini ha studiato filosofia a Perugia ed è venuta in contatto con il pensiero di Moretti Costanzi, che è stato per lei un veicolo di conoscenza e di approfondimento della fede nella quale si compie e si realizza pienamente la ricerca della verità e l’amore della sapienza.

AUTORE: Marco Moschini