Azzardo vicino a scuola: che fare

Nonostante le promesse e l’impegno di Comune e Regione, la sala scommesse di porta Pesa, situata vicino a delle scuole, ha aperto i battenti e funziona, con i monitor per seguire in diretta le gare sportive e tanti schermi con i programmi degli incontri, le classifiche e le quote. È uno dei 155.000 esercizi pubblici (di cui 1.400 in Umbria) frequentati dai 15 milioni di giocatori abituali, tra i quali ci sono anche 10.000 umbri considerati a rischio per questa loro dipendenza da slot-machine e lotterie varie. Sulla porta, proprio accanto alla scuola elementare Primo Ciabatti e non lontana dalla materna Montessori e dalla media Foscolo, un cartello avverte: “Attenzione, il gioco può creare dipendenza”.

Per questo motivo lo scorso autunno, appena gli abitanti della zona e i genitori dei bambini e ragazzi che frequentano le scuole avevano appreso della possibile apertura della sala scommesse, era scattata la mobilitazione popolare. Associazioni e comitati di quartiere, famiglie degli studenti e insegnanti, insieme alla associazione Libera contro le mafie, avevano organizzato una manifestazione di protesta davanti ai locali in ristrutturazione di un ex negozio. Contemporaneamente era stata aperta una petizione per chiedere la revoca dell’autorizzazione.

Dopo varie peripezie (vedi box qui sotto), la sala scommesse invece ora esiste. I promotori della petizione popolare contro di essa la scorsa settimana si sono recati in Consiglio comunale e hanno consegnato al sindaco Andrea Romizi le firme raccolte anche via internet in questi mesi: un migliaio. Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria, ha consegnato al Sindaco anche due ordinanze dei Sindaci di Bergamo e Brescia che limitano gli orari di apertura di sale giochi e scommesse, con particolare riferimento agli orari di ingresso e uscita dalle scuole.

“In virtù della giurisprudenza più recente e della modifica apportata al regolamento comunale – ha risposto Romizi – questa apertura oggi non sarebbe avvenuta, quindi vi chiediamo di pazientare qualche giorno ancora per capire come possiamo intervenire. Per quanto riguarda le limitazioni di orario, i nostri uffici studieranno queste ordinanze”.

“La ludopatia – hanno poi commentato i consiglieri Bistocchi e Bori – è una delle dipendenze più pericolose e sempre più diffusa, soprattutto tra giovani e giovanissimi. Le istituzioni, specie quelle più vicine ai cittadini, hanno il dovere di intervenire a tutela soprattutto di chi sta facendo il suo percorso di formazione ed educazione. L’auspicio è che genitori, residenti e cittadini seguitino a portare avanti questa battaglia di civiltà, socialità e legalità”.

La vicenda di porta Pesa conferma che con qualsiasi legge alla fine, quando ci sono grossi interessi in ballo, si può trovare una scappatoia per non applicarla. Cambiando magari il nome e la tipologia del locale, come in questo caso. Poi, anche se le sale gioco sono lontane, ci sono sempre il computer e il telefonino per scommettere.

Dunque la “battaglia di civiltà, socialità e legalità” deve essere combattuta ogni giorno soprattutto nelle famiglie e nelle scuole, ma anche con regole efficaci che restituiscano alla parola “gioco” il suo vero significato: “Qualsiasi attività – si legge nei vocabolari – a cui si dedicano adulti o bambini a scopo di svago, divertimento e passatempo, anche per esercitare il corpo o la mente”.