“Voglio ringraziare anche voi, che avete partecipato numerosi come non avevo visto finora, e voglio ringraziare in particolare i bambini della prima comunione che hanno fatto con noi tutta la processione con raccoglimento e partecipazione”. Sono le parole con cui il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha salutato i fedeli giunti nella grande Basilica di San Domenico nella quale si è conclusa la solenne processione del Corpus Domini. Il Cardinale aveva prima ringraziato il Signore per “essere stato veramente presente in mezzo a noi” e aver “attraversato con noi le strade della nostra città”.
Il lungo corteo, aperto da una Croce seguita dai membri delle confraternite, di associazioni laicali, degli ordini cavallereschi e ordini religiosi, dai bambini delle prima comunione, dai sacerdoti e quindi dal Cardinale e dal popolo dei fedeli, ha percorso corso Vannucci, piazza Italia, viale Indipendenza ed è stato accolto in Borgo XX Giugno dalla scalinata di Sant’Ercolano addobbata con fiori, dagli stendardi rossi appesi alle finestre e poi dalle infiorate stese in omaggio all’Eucarestia portata, e mostrata a tutto il popolo, per tutto il tragitto, dal Cardinale. Come da tradizione due le soste per una particolare preghiera e benedizione, quella davanti al palazzo comunale ove ad attendere la processione c’era il vice sindaco Urbano Barelli e quella in piazza Italia davanti al palazzo della Provincia.
Nell’unico giorno dell’anno in cui il Santissimo Sacramento viene solennemente offerto all’adorazione dei fedeli portandolo per le strade della città, l’omelia del Cardinale ha sottolineato la dimensione pubblica della fede fondata su una autentica “vita eucaristica”.
“Miei cari fratelli possiamo davvero dire che l’eucarestia riempie le nostre domeniche, riempie la nostra vita?. L’Eucarestia – ha detto Bassetti – non può essere soltanto la professione della nostra fede, ma anche testimonianza concreta del nostro amore, della nostra vita, del nostro impegno”. Dopo aver invitato i fedeli a “ritornare ad adorare l’Eucarestia” , il “sacramento d’amore lasciatoci da Gesù, ha sottolineato come, “mettendoci davanti a Gesù eucarestia, ci rendiamo conto dei tanti problemi e drammi che attanagliano la vita di tante persone e di tante nostre famiglie”. “Le famiglie sono il pilastro della società, non l’economia – ha aggiunto – ma le relazioni sociali degli affetti” sono il fondamento del tessuto della società. Ricordando anche “il dramma della gioventù depredata nei suoi valori” il Cardinale ha invitato a guardare all’Eucarestia nella quale “è offerta a tutti la possibilità di dare al proprio calvario quotidiano di sofferenza, di incomprensione, di malattia, di morte, la dimensione di una offerta redentrice che associa il dolore dei singoli alla passione di Cristo e si apre sul mistero pasquale della Risurrezione!”.
“Da una vita eucaristica intensa e consapevole deriva – ha concluso il cardinale – una testimonianza convinta, calda e trasparente!”.