Bastia si riscopre più povera

Non sono solo gli stranieri, extracomunitari e non, a chiedere aiuto, ma c'è anche la gente del posto che inizia a segnalare situazioni di disagio all'Ufficio Caritas della parrocchia

Da diversi anni l’Ufficio Caritas della parrocchia di Bastia Umbra opera e agisce per andare incontro ai bisogni della gente. I volontari sono spesso impegnati con mostre e con attività che sono espressione del desiderio di prendere sulle proprie spalle le piccole croci di chi si trova ad affrontare difficoltà più grandi di sé. Sorprende però che una realtà come Bastia, nota come città industriale dove sembra diffuso un certo livello di benessere, sia oggi più che in passato un luogo dove cresce la domanda da parte della gente. Sorprende perché proprio oggi, come mai nel passato, non sono solo gli stranieri, extracomunitari e non, a chiedere aiuto, ma c’è anche la gente del posto che inizia a segnalare situazioni di disagio. Si tratta di gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese, tra affitti da pagare e altre spese sopraggiunte per i motivi più vari, molto spesso per malattia. Al sopraggiungere della malattia è infatti legata la perdita del posto di lavoro e come in un circolo vizioso si mescolano situazioni e circostanze che anziché migliorare, tendono a peggiorare la situazione. ‘Le richieste sono le più varie’ ci spiega la signora Angelita Mancinelli, responsabile dell’Ufficio, ‘vengono per chiedere aiuti economici, per chiedere vestiti e cibo, ma anche mobilio. Le associazioni dei commercianti e il banco alimentare aiutano per provvedere alla richiesta di cibo, che viene raccolto e dato immediatamente a chi ne ha bisogno. Invece se la necessità è piuttosto grande facciamo riferimento al C.U.S. che opera a livello diocesano. A chiedere, da 4 anni a questa parte, non sono più solo extracomunitari, ma anche gente che ha interrotto il proprio lavoro per motivi di salute. Ci sono giovani con problemi psichiatrici che non hanno entrate né aiuti da parte dello stato. Ma c’è anche tanta gente che si è lasciata vincere da quella riservatezza che magari poteva esserci in passato. C’è gente che non ce la fa più e che ha deciso di venire nei nostri uffici perché è arrivata a vivere situazioni insopportabili. Perciò abbiamo avuto tantissime uscite e questo ha reso necessario il riferimento e la collaborazione con i servizi sociali del Comune di Bastia, specie per le situazioni più difficili. Don Francesco ha chiesto aiuto perché si andasse incontro ai casi limite. Da parte nostra cerchiamo di verificare i livelli di priorità, soprattutto laddove le domande continuano ad aumentare. Ci sono anche persone che vengono da Perugia o Foligno a chiedere al nostro ufficio perché le file che dovrebbero fare in città sarebbero molto più lunghe che da noi. Ad un aumento del benessere non sembra corrispondere un aumento del benessere per tutti. Noi ci mobilitiamo in diverse occasioni durante l’anno per raccogliere soldi, cibo e vestiti. I nostri volontari, quasi 100 persone impegnate su più fronti, sono persone che dedicano il proprio tempo e le proprie energie per allestire mostre, pesche, lotterie e la raccolta di cibo per il pacco dono’. La signora Angelita ci fa presente che è stato istituito un gruppo culturale per stranieri, con lo scopo di capire quante persone ci sono nel nostro territorio per poterli aiutare nel processo di integrazione.

AUTORE: Maurizia Berardi