‘Bibbia e vita della comunità cristiana’

Si terrà a Spoleto e Trevi a fine giugno la 58a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale

‘Aiutare le comunità cristiane a elaborare esperienze e percorsi formativi’ su quella ‘prassi ecclesiale’ che, a partire dal Concilio Vaticano II, ‘ha dato alla parola di Dio il posto fondamentale che le compete per la costruzione della Chiesa e la formazione del cristiano’. È lo scopo della 58a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, in programma a Trevi e Spoleto dal 23 al 26 giugno prossimi sul tema ‘Bibbia e vita della comunità cristiana’. Mons. Domenico Sigalini, presidente del Centro di orientamento pastorale (Cop), ci aiuta ad addentrarci meglio nel tema scelto. Perché il tema della Bibbia? ‘Ci sembra centrale per l’esperienza cristiana il rapporto con la Parola di Dio, che deve far parte della vita quotidiana di ciascuna comunità: sia per la liturgia, sia per la vita personale, sia per la cultura cristiana. Inoltre è il tema che sarà al centro del prossimo Sinodo dei vescovi, a ottobre in Vaticano. Come associazione e come rivista (Orientamenti pastorali, ndr) impegnate a proporre riflessioni sul versante pastorale, ci sembrava utile condurre uno studio su questo tema, per aiutare le comunità cristiane ad approfondire sempre più la conoscenza della Parola’. Il Concilio Vaticano II ha consegnato la Bibbia ai fedeli. Ma oggi è ancora posta al centro? ‘Il Concilio è stato determinante nel rimettere al centro la Parola di Dio: prima il credente veniva in contatto solo con racconti, episodi, riflessioni mediate. Il Vaticano II, invece, gli ha collocato la Bibbia proprio nelle mani. E questa è stata una delle prime attenzioni della Chiesa postconciliare: ora vogliamo continuare su quella scia, cercando di rispondere alle provocazioni che il mondo di oggi propone’. Alcune recenti ricerche mostrano, però, un’ignoranza diffusa nei confronti delle Sacre Scritture. Cosa fare per contrastare questa tendenza? ‘Le possibilità sono molteplici. La prima consiste nell’accogliere con attenzione le letture bibliche che vi sono all’interno della liturgia. Sono diffusissimi, in Italia, i ‘gruppi del Vangelo’ che si preparano alla celebrazione liturgica domenicale proprio partendo dalle letture. Altro strumento è la proposta della Bibbia attraverso i mass media. Cinema, fiction ecc. non danno immediatamente la Parola di Dio, ma possono aiutare il credente a leggere e ad accostarsi più in profondità al testo sacro. Infine, portare la Parola dentro alla cultura, senza eccezioni. Ancora oggi c’è un certo ostracismo nel mondo scolastico nei confronti della Bibbia: sembra che parlarne significhi fare un discorso confessionale, ignorando il grande valore culturale che essa ha’.Nel panorama mediatico ci sono ricostruzioni fedeli, ma anche format che fanno riferimento a vicende bibliche in maniera discutibile, talora stravolgendo contenuti e significati. Nota è la polemica, negli anni scorsi, sul ‘Codice Da Vinci’… ‘A noi compete l’obbligo d’innalzare il livello di conoscenza della Parola di Dio, e quindi di aiutare la gente ad avere una capacità critica che le permetta di distinguere la verità dalla fiction, e capire dove sta la strumentalizzazione. Purtroppo, l’ignoranza della Parola di Dio è ancora molto diffusa nel nostro panorama culturale. La comunità cristiana fa di tutto perché chi vi partecipa riesca a raccontare il Vangelo. Non c’è catechismo che non faccia riferimento all’Antico e al Nuovo Testamento, aiutando i ragazzi ad accostare questa Parola alla propria vita. Davanti a noi abbiamo una sfida importante: far capire qual è la verità in cui crediamo attraverso strumenti che incuriosiscano la gente, dandole al contempo informazioni corrette’.

AUTORE: Francesco Rossi